Infrastrutture: interim a Renzi, poi forse Delrio

Come previsto, il premier Matteo Renzi assume per ora anche l’interim del ministero delle infrastrutture, dopo le dimissioni del ministro Maurizio Lupi sulla scia delle intercettazioni relative all’inchiesta giudiziaria su appalti e tangenti nelle grandi opere pubbliche.

Come previsto, il premier Matteo Renzi assume per ora anche l’interim del ministero delle infrastrutture, dopo le dimissioni del ministro Maurizio Lupi sulla scia delle intercettazioni relative all’inchiesta giudiziaria su appalti e tangenti nelle grandi opere pubbliche. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affidato poco fa a Renzi, l’interim, come ha reso noto lo stesso premier in una lettera letta alla Camera dalla vicepresidente Marina Sereni.

Il passaggio conferma, dunque, che si sta ancora discutendo la successione a Lupi, che - non indagato - si è dimesso per opportunità politica, visto il contenuto delle intercettazioni che rivela i suoi rapporti con l’imprenditore Stefano Perotti e con l’ex dirigente del ministero Ercole Incalza.

Per la poltrona lasciata libera dall’esponente del Nuovo centrodestra (area Comunione e liberazione), sembra che Renzi sia orientato a scegliere fra i suoi uomini più fidati: il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio (già ministro alle autonomie nel governo Letta), del suo collega toscano Luca Lotti dell’ex ad di Luxottica Andrea Guerra, già partecipante alla kermesse renziana Leopolda. Poi, ci sarà da accontentare l'Ncd: l'accordo - forse già siglato fra Renzi e Alfano - potrebbe prevedere Gaetano Quagliariello agli affari regionali al posto di Maria Carmela Lanzetta, che ha lasciato il dicastero nel gennaio scorso per fare l'assessore regionale in Calabria (ruolo che subito dopo ha rifiutato criticando la nomeina di un mebro della giunta sfiorato da un'indagine per voto di scambio).

Esclusa l’opzione di un tecnico: apparentemente Renzi vuole riaffermare la supremazia della politica sulla tecnocrazia. Niente spazio, dunque, al momento, per il numero uno dell’autorità anticorruzione Raffaele Cantone.

Duro il commento di Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, in un’intervista a Radio Radicale: «Renzi usa tanti pesi e tante misure. Si fa una sua morale, una sua Costituzione, una sua etica. Per cui ci si dimette per ragioni politiche, ma non ci si dimette per un avviso di garanzia. La seconda affermazione la posso anche concordare, ma cosa vuol dire che ci si dimette per ragioni politiche? Quali? Ci si dimette perchè è in corso un’inchiesta che non ti tocca direttamente ma tocca dei sottoposti, come responsabilità oggettiva? Ma quale responsabilità?».

«Bisogna aspettare l’esito del processo, perché se il processo o l’istruttoria indicherà, come le precedenti quattordici volte, che l’ingegner Incalza non ha avuto alcuna responsabilità di cosa era responsabile Lupi? Sinceramente io sono sbalordito, sbalordito da tanta leggerezza, da tanta autoreferenzialità, da tanta spocchia, da tanta arroganza, da tanta violenza alle regole, al diritto, alla Costituzione. E nessuno parla, nessuno dice niente. Tutto questo per regolamenti di potere interni alla maggioranza». «Adesso si apprende che Renzi terrà l’interim del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per un pò, per rivoluzionare tutto, per ripulire tutto. E chi è? Mandrake? E metterà qualche funzionario proveniente da Firenze? Sinceramente sono sbalordito».

Un magistrato al posto di Lupi? «Ormai penso che Renzi sia capace di tutto, è inaccettabile che la magistratura abbia questo potere. Ma ce l’ha perchè è la politica, questa politica, che glielo consente. È sempre più evidente la deriva autoritaria in cui sta precipitando questo Paese».

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