Papa Bergoglio scettico su Medjugorje
Solo tre giorni dopo aver annunciato che sono imminenti le sue decisioni sui fenomeni di Medjugorje, papa Francesco lancia un eloquente segnale su quale potrà essere il suo orientamento. E si può parlare di autentico scetticismo, se non di una vera e propria sconfessione dei veggenti. L'occasione è stata l'omelia della messa mattutina a Santa Marta, dedicata ieri all'«identità cristiana» e ai tanti pericoli di «annacquarla».
Tra questi, il Papa ha elencato il caso di coloro «che sempre hanno bisogno di novità dell'identità cristiana» e hanno «dimenticato che sono stati scelti, unti», che «hanno dentro la garanzia dello Spirito», e cercano: «Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna ci manderà alle 4 del pomeriggio? E vivono di questo...». Ma questa, prosegue il Papa, «non è identità cristiana. L'ultima parola di Dio si chiama Gesù, non ce n'è un'altra!».
Parole che arrivano come una sonora bocciatura sia dell'atteggiamento di chi vive la fede non con la forza interiore «dello Spirito» e con la propria «testimonianza», ma aggrappandosi ai presunti fenomeni soprannaturali, sia soprattutto di chi promette «messaggi» mariani a cadenza fissa.
Bergoglio non ha citato espressamente il caso dei sei veggenti di Medjugorje, ma l'esempio da lui fatto è inequivocabile. Già nell'omelia del 14 novembre 2013, sempre a Santa Marta, ragionando sullo «spirito della curiosità mondana» che genera confusione e ci allontana dallo «Spirito della sapienza», a un certo punto aveva detto che la curiosità «ci spinge a voler sentire che il Signore è qua oppure là; o ci fa dire: "Ma io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere dalla Madonna, messaggi dalla Madonna"». E aveva commentato: «La Madonna è Madre e ama tutti noi. Ma non è un capo ufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni».
La nuova uscita del Pontefice arriva dopo che sabato sera, sul volo di ritorno da Sarajevo, aveva risposto ai giornalisti che sui fenomeni di Medjugorje «siamo lì lì per prendere delle decisioni», mentre a breve, alla Congregazione della Dottrina della Fede è in programma una «feria quarta» (apposita riunione dei cardinali e vescovi).
A questo punto, visto anche quanto detto da Bergoglio, tutto lascia pensare che la decisione sarà «negativa» e che non riconoscerà la soprannaturalità delle "apparizioni". Un aspetto diverso è quello del culto mariano presso il santuario della cittadina dell'Erzegovina, dove si cercherà comunque di non penalizzare la devozione popolare, vista anche la gran quantità di conversioni. In altre parole, Medjugorje non chiuderà, anche restando una realtà non riconosciuta dal magistero della Chiesa.
Intanto, l'arcidiocesi di Modena-Nonantola spiega perché è stato annullato l'incontro del 20 giugno a Sestola con la veggente di Medjugorje, Vicka Ivankovic. «Agli organizzatori dell'evento si è ricordato, su sollecitazione della Congregazione per la Dottrina della Fede, che fino ad ogni ulteriore disposizione da parte della Santa Sede ci si deve attenere a ciò che è stato stabilito dai vescovi dell'ex Jugoslavia nella Dichiarazione di Zara del 10 aprile 1991: "Sulla base delle ricerche finora compiute non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni di natura soprannaturale, e pertanto non è consentito al clero e ai fedeli di nessuna Diocesi di partecipare a incontri o celebrazioni pubbliche nelle quali verrebbe data per scontata la loro attendibilità».