Migranti, la critica dei vescovi alla politica che non fa integrazione
Sale il livello dello scontro fra i vescovi italiani e il fronte politico sul tema immigrazione. E ora il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, che il 18 agosto alle 18 sarà a Pieve Tesino dalla fondazione De Gasperi, va all’attacco del governo, che giudica «del tutto assente» su questa materia. «Noi salviamo gli immigranti in mare, ma poi non abbiamo nessuna intenzione di accoglierli», è la critica di Galantino, che in un’intervista a Famiglia Cristiana lancia un nuovo affondo contro i «molti piazzisti» della politica, parlando di «fanfaronate da osteria» e di «chiacchiere da bar che rilanciate dai media rischiano di provocare conflitti».
Ben lungi dall’ammorbidire i toni, il numero due della Cei sembra invece soffiare sul fuoco della polemica, che in questi giorni l’ha opposto soprattutto a Salvini, a Luca Zaia e anche a Grillo («Hanno criticato pesantemente il Papa, ma hanno visto che può essere controproducente per il loro consenso, perchè papa Francesco è molto popolare. E allora se la prendono con un Galantino qualsiasi»). E all’accusa alla Cei di guadagnare con gli immigrati risponde definendola «una banalità spaventosa».
«Perché non vengono a vedere? - chiede - Nelle nostre strutture, quelle accreditate, la polizia ci porta gli immigrati e poi chi si è visto si è visto. Ogni tanto vengono a dare un’occhiata, appare magari un impiegato della Asl per controllare e basta». «Noi ci arrangiamo, tiriamo fuori soldi di tasca nostra e nessuno ci guadagna - insiste Galantino -. Noto che anche in questo caso parlano piazzisti di parole che incendiano ed esasperano gli animi».
Il segretario della Cei alza anche il tiro. «Piuttosto è il governo che è del tutto assente sul tema immigrazione - afferma -. Non basta salvare i migranti in mare per mettere a posto la coscienza nazionale. Potremmo imparare dalla Germania e copiare le sue leggi. Invece noi abbiamo sempre scritto leggi che in buona sostanza respingono gli immigrati e non prevedono integrazione positiva». Il bersaglio di Galantino sono «prima la Turco-Napolitano e adesso la Bossi-Fini». «Le pratiche per la richiesta di asilo sono lunghissime - denuncia -, un calvario la richiesta di permesso di soggiorno. Parcheggiamo gli immigrati qui e là in Italia. Se invece ci fosse almeno uno straccio di permesso di soggiorno provvisorio potrebbero lavorare e la gente non li vedrebbe più bighellonare in giro e non direbbe che mangiano a spese degli italiani già in crisi. Ma nessuno spiega che è la legge che impone la non integrazione».
Insomma, «nessuna forza politica si applica alla questione perchè rischia voti - ammonisce Galantino -. Ma così non si esce dall’impasse e si rischia grosso». L’azione della Chiesa, invece, vede «vescovi che ospitano immigrati a casa propria e non si sono mai riempiti le tasche di soldi, anzi». «Lo fanno anche Salvini, Zaia e Grillo? - ironizza - Per questo una visita ai campi profughi e alle nostre Caritas aiuterebbe a capire».
Al j’accuse di Galantino il governo non ha replicato. Ma alcuni esponenti della maggioranza e del aprtito democratico, invece, sì: «A tutti quelli che dispensano soluzioni, a chi dà giudizi ingenerosi, a chi la fa facile, rispondiamo che questo governo sta affrontando con razionalità una soluzione difficile e lo sta facendo molto meglio che in altre parti», ha detto Debora Serracchiani, vicesegretario del Pd. «Nessuno può pensare che l’Italia risolva l’emergenza dell’intero continente da sola, motivo per cui abbiamo fatto sì che tutta l’Europa si muovesse. Abbiamo preso le misure per la sicurezza degli italiani e chiederemo che venga affrontato seriamente il tema del rimpatrio».
E il il deputato milanese (aspirante sidnaco) e membro della segreteria Pd Emanuele Fiano, commenta: «Non esistono democrazie senza critiche: ben venga chi vuole sferzare il governo perchè faccia di più. Ma penso che sull'immigrazione stiamo facendo molto. Perciò che monsignor Galantino dica che si può fare di più lo accetto, che affermi che l'azione del governo è totalmente
insufficiente non lo accetto. Sull'immigrazione stiamo facendo una parte di un percorso che sempre più si può fare. Il governo agisce sul fronte interno e internazionale, nel confronto con
l'Unione europea e i Paesi africani. Ma bisogna tener conto del fatto che l'esecutivo opera in un Paese con amministrazioni locali che hanno problemi di bilancio, con le stesse prefetture che non hanno mezzi per coordinare l'accoglienza e anche con un tessuto politico che non collabora».
Fiano, rimanendo peraltro sempre nell'ottica stretta del'laccoglienza logistica, si riferisce in particolare a governatori come Roberto Maroni e Luca Zaia: «Se non c'è collaborazione delle Regioni e devi concentrare troppi richiedenti asilo solo in alcune città o in alcune aree del Paese - osserva - diventa difficile agire, ma non si può addossare al governo ogni responsabilità».
Per parte sua, continua ad attaccare la Chiesa il leader della lega Salvini, che non ha perso l’occasione per scrivere su Fb che «il signor Galantino, portavoce dei vescovi, pensa che gli italiani debbano accogliere tutti gli immigrati sempre e comunque. E i leghisti che non la pensano come lui, sono ‘fanfaroni da osterià. Ma l’Italia è ancora una Repubblica o dipende dal Vaticano? Chiedo a voi amici cattolici ma questo Galantino ha rotto le scatole?».
Per Beppe Grillo, invece, grazie alla «retorica dell’accoglienza» nessuno si accolla la «colpa per l’esodo biblico che è in atto e che nessuno sa dove ci porterà», ha scritto sul suo blog tornando ad affrontare l’emergenza sbarchi, paragonata al «vecchio esempio dello stolto che guarda il dito e non la luna che indica»: le cause «risalgono alla destabilizzazione del Nord Africa e del Medioriente da parte delle potenze occidentali». Questa, ha detto il leader del M5s, è la «fotografia dell’Italia».