Truppe russe in Siria, diplomazie in tensione
Tensione diplomatica alle stelle, malgrado le rassicurazioni venute da Mosca, sul coinvolgimento diretto russo nel conflitto in Siria. Poco fa il ministro della difesa di Israele ha dichiarato che le truppe russe sono già in Siria per aiutare il regime di Assad a combattere l’Isis.
«La Russia sta fornendo assistenza alle truppe siriane perché sono ‘l’unica forza che può opporre resistenzà all’Isis», ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, sottolineando che gli specialisti militari russi si trovano in Siria per addestrare i soldati nell’uso delle attrezzature belliche arrivate dalla Russia e non partecipano al conflitto.
«Preoccupazione» viene espresssa dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. «Un’aumentata presentata militare russa in Siria - ha spiegato l’ex premier laburista norvegese - non
contribuirà a risolvere il conflitto. Ora è importante sostenere tutti gli sforzi per trovare una soluzione politica al conflitto, e noi sosteniamo moltissimo gli sforzi delle Nazioni unite».
Intanto l’Ucraina ha chiuso lo spazio aereo ai velivoli russi diretti in Siria in quell
o che si profilerebbe come l’avvio di un programma di raid.
«Gli Stati Uniti danno corda a chi vuole usare i terroristi dell’Isis per abbattere il governo di Bashar al-Assad in Siria», ha detto il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, riferendo di una telefonata con il segretario di Stato Usa John Kerry. Secondo Lavrov, «il fatto che la coalizione guidata dagli Usa non abbia intenzione di cooperare con la Siria è un errore colossale».
La Russia continuerà ad aiutare il governo di Damasco «a equipaggiare l’esercito siriano con tutto ciò che è necessario per non permettere» un altro «scenario libico» o che si ripetano «altri tristi avvenimenti che hanno avuto luogo in questa regione», ha aggiunto Lavrov.