Ue, verso il ricollocamento di 120 mila i migranti da Italia e Grecia
La proposta emersa dalla riunione degli ambasciatori Ue che si è appena conclusa è di ricollocare tutti e 120 mila i migranti - quindi anche i 54 mila a cui l’Ungheria ha rinunciato - da Italia e Grecia, con la possibilità di cambiamenti in corsa se dovesse presentarsi la necessità per altri Paesi.
«Questo è il momento della decisione. Siamo pronti ad impiegare tutto ciò che è in nostro potere per far funzionare» la proposta della commissione Ue, e «arrivare ad una decisione stasera», ha detto Margaritis Schinas portavoce dell’esecutivo comunitario, riferendosi al consiglio Interni Ue straordinario, che ha l’obiettivo di ratificare una decisione su 120 mila ricollocamenti su scala Ue.
Il presidente della commissione Jean Claude Juncker ha intensificato i suoi contatti con le cancellerie europee in vista del consiglio Interni di oggi e del vertice dei leader Ue di domani.
Tra gli altri Juncker ieri sera ha avuto conversazioni telefoniche con i ministri dell’Interno tedesco Thomas de Maiziere e francese Bernard Cazeneuve. Oggi invece Juncker si sentirà con la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Intanto l’Ocse lancia un appello: «I dirigenti europei non possono permettersi di avere paura», dice il segretario generale, Angel Gurria, che oggi ha presentato a Parigi il suo ultimo rapporto sulle prospettive migratorie internazionali. «La crisi dei rifugiati non è una di quelle crisi su cui si può fare finta di niente», aggiunge Gurria.
«Il ripristino dei controlli alle frontiere, la costruzione di barricate, forse faranno guadagnare tempo ai Paesi già saturi ma nessuno può seriamente pensare di ostacolare questi migranti pronti a tutto per andare avanti», afferma Gurria, lanciando un chiaro avvertimento all’Europa.
«Considerate le condizioni di vita spaventose dei Paesi che fuggono, forse la metà dei richiedenti asilo otterrà il diritto di risiedere nel Paese d’accoglienza. Per questo, qualunque sia la sensibilità o l’ambivalenza dell’opinione pubblica, i responsabili europei dovranno rispondere all’unisono alla crisi, in modo coordinato e coraggioso», avverte il messicano alla guida dell’Ocse.
«L’Europa - prosegue Gurria - si trova a un momento storico. Entro la fine dell’anno il numero dei richiedenti asilo nell’Unione europea supererà il milione di persone. Il costo umano di questa crisi dei rifugiati è spaventoso. Tuttavia, in quasi tutti i Paesi Ue, i responsabili pubblici hanno risposto freddamente alla catastrofe, riconoscendo, nel migliore dei casi, la necessità di fare di più, preoccupandosi per le conseguenze di questo fenomeno».
«Se oggi l’Europa investe nell’accettazione e l’integrazione dei richiedenti asilo, potrà trarne da domani considerevoli benefici. I nostri studi all’Ocse dimostrano che l’immigrazione, se ben gestita, può stimolare la crescita e l’innovazione».
«In questo momento di crisi - conclude - dovremmo tutti ricordarci delle parole dello scrittore messicano Carlos Fuentes: “Riconosciti in colui che non è come te e come me”».