Scandalo inquinamento Volkswagen: via l'ad Winterkorn Anche l'Italia chiede chiarimenti sulle emissioni dei motori
Volkswagen inizia l’operazione di recupero di credibilità dopo lo scandalo Usa sulle emissioni truccate per apparire meno inquinanti. Mentre il titolo risale in borsa, l’amministratore delegato Martin Winterkorn si dimette e i Paesi europei chiedono chiarimenti temendo che si trovino anche qui le automobili che inquinavano automaticamente poco, cioè entro i limiti, solo quando al tubo di scappamento si appoggiava il sensore delle apaprecchiature per i controlli.
Oggi il titolo ha chiuso in rialzo di oltre il 5% alla Borsa di Francoforte, recuperando 3,34 miliardi di euro di capitalizzazione di Borsa dopo il crollo di ieri.
«Serve un nuovo inizio. Nel quadro di questo nuovo inizio l’ad Winterkorn ha proposto le sue dimissioni e il presidio lo ha accettato», ha detto il presidio del consiglio di sorveglianza di Volkswagen.
«Aldilà dei danni economici non ancora calcolati», il presidio di Volkswagen ha citato «la perdita di fiducia di tanti clienti».
«Come amministratore delegato mi assumo la responsabilità delle irregolarità emerse sui motori diesel», afferma Winterkorn. «Mi dimetto nell’interesse dell’azienda, pur non avendo assunto alcun comportamento sbagliato», aggiunge.
Il presidio del consiglio di sorveglianza ha annunciato una commissione speciale esterna, che indagherà sui responsabili delle manipolazioni dei dati. Si tratta di «un reato penale che andrà trattato conseguentemente come tale», spiega l’organismo.
Intanto, l’agenzia Fitch mette il rating di Volkswagen sotto osservazione mettendo in guardia sull’eventualità che il voto possa essere tagliato. Fitch cita i danni alla reputazione derivanti dallo scandalo delle violazioni delle norme anti smog.
E anche Roma ha chiesto lumi al gigante automobilistico tedesco: «Abbiamo chiesto una verifica molto approfondita alle autorità di omologazione tedesche e siamo in contatto con il governo», quindi ora «aspettiamo notizie e poi decideremo di conseguenza» su eventuali misure tra cui lo stop alle vendite. Lo ha riferito oggi il ministro dei trasporti Graziano Delrio assicurando che il governo «farà di tutto per tutelare la salute dei cittadini».
Sulla questione Volkswagen è intervento anche l ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, precisando: «Quando avremo chiarito cosa è successo in Europa dovremo stabilire cosa realmente dobbiamo fare. Il problema non è solo italiano ma di tutta l’Europa e va affrontato in quella sede, elevando i livelli dei controlli. Credo che le risposte, dopo aver chiesto con molta celerità le informazioni necessarie, debbano venire sicuramente dalla Volkswagen Italia ma soprattutto a livello europeo».
Per il ministro l’Europa «non ha niente da invidiare nei controlli ambientali ad altri, se pensiamo a quelli che abbiamo ad esempio sui rifiuti e sulla depurazione delle acque».
«Credo che la prima cosa da fare in questo momento - ha detto ancora Galletti - è accertare quello che è successo in Europa. E dobbiamo trattare questo caso con molta cautela.
È infatti sicuramente un problema ambientale perchè se ciò che è accaduto negli Usa è avvenuto anche qui vuol dire che abbiamo un tasso d’inquinamento, in particolare per le polveri Pm10, più elevato di quello che pensavamo di avere».
Per il ministro «esiste però anche un problema di violazione di regole e di alterazione della concorrenza». «Un problema economico - ha aggiunto - al quale dobbiamo fare molta attenzione. Nel 2008 quando cominciò la grande crisi tutto scaturì da un fatto accaduto negli Stati Uniti e noi, con un pò di superficialità, pensavamo fosse una cosa che riguardava l’altra parte dell’oceano, non noi. Poi ci siamo resi conto che riguardava anche noi. Non vorrei che anche qui pensassimo che riguarda altri e non noi».
Secondo Galletti la questione riguarda infatti «la Germania che è un Paese europeo e noi dobbiamo ragionare oggi in termini europei».
«Così come chiediamo - ha aggiunto - che esista l’Europa unita sui migranti così è giusto riconoscerla anche economicamente. Noi abbiamo poi una buona parte della nostra economia che lavora sull’indotto di case automobilistiche, compresa la Volkswagen. Questo - ha concluso Galletti - è un problema da affrontare con molta determinazione».