Cerea lascia Cassa del Trentino Degasperi: successo dei 5 stelle

di Francesco Terreri

Il professor Gianfranco Cerea si è dimesso lunedì dalla presidenza di Cassa del Trentino a seguito del parere dell'Avvocatura dello Stato, arrivato la scorsa settimana, che ha definito incompatibile l'incarico di presidenza in una società pubblica e l'effettivo esercizio della docenza universitaria. Secondo l'Avvocatura, infatti, indipendentemente dalle dimensioni della società in questione, va applicato il decreto del Presidente della Repubblica 382 del 1980 che prevede che i professori universitari nominati presidenti di società, come quelli eletti in Parlamento o alla Corte Costituzionale o nominati ministro, vadano in aspettativa senza assegni.

Di fronte a questa prospettiva, Cerea ha preferito rinunciare alla presidenza, che prevede un appannaggio di 35 mila euro lordi l'anno, invece che allo stipendio, molto superiore, di docente universitario. Il professore, peraltro, rimane in consiglio di amministrazione, per il quale non c'è incompatibilità.

Cassa del Trentino è provvisoriamente guidata dal vicepresidente, l'ex direttore dell'Abi Giuseppe Zadra. L'individuazione del nuovo presidente spetta al socio unico Provincia. Che però si ritrova nel cda, nominato pochi mesi fa per un triennio, altri casi di potenziale o effettiva incompatibilità, un vero rebus. Oltre Cerea, infatti, altri due consiglieri, Michele Andreaus e Paola Iamiceli , sono professori universitari e verrebbero costretti alla stessa scelta tra incarico nella società e stipendio da docente. La dirigente provinciale Fulvia Deanesi , dal canto suo, non può essere nominata per ragioni istituzionali. Nell'attuale cda resta solo Zadra.

Sulla possibile incompatibilità di Cerea come presidente è intervenuto in questi giorni il Movimento 5 Stelle, che ha puntato l'attenzione soprattutto sull'autorizzazione da parte dell'Università. «Se la mancanza dell'autorizzazione risultasse confermata, la nomina sarebbe legittima?» si è chiesto il consigliere provinciale Filippo Degasperi (vedi la videointervista qui sotto).

«Ma l'autorizzazione l'ho chiesta e ottenuta sia la prima volta che sono stato nominato, nel 2012, sia quest'anno - spiega Cerea - Il regolamento di Ateneo non prevedeva incompatibilità purché la presidenza non avesse deleghe operative, come era in Cassa del Trentino. Quest'anno il rettore Paolo Collini ha subordinato l'autorizzazione ad un parere dell'Avvocatura dello Stato, arrivato la scorsa settimana. L'Avvocatura ha praticamente parificato la presidenza di una piccola società pubblica come Cassa del Trentino a quella di società come l'Eni o l'Iri, per le quali era stata fatta la norma. A questo punto lunedì mattina mi sono dimesso. Il problema però è di carattere generale e riguarda le compatibilità e incompatibilità con la docenza universitaria».

«In questi anni in Cassa del Trentino ho fatto un'esperienza molto bella - aggiunge Cerea - con un cda di persone motivate. La prossima settimana sarò a MIlano, ad un convegno dell'agenzia Fitch sulle esperienze europee di coordinamento delle emissioni obbligazionarie e presenterò Cassa del Trentino come unica esperienza italiana di questo tipo».

IL CASO CEREA: PARLA IL CONSIGLIERE M5S FILIPPO DEGASPERI

[intervista di Matteo Lunelli]

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