Smantellata la rete di complicità del boss Zagaria: quattro arresti
Dopo le inchieste sulle infiltrazioni nell’ospedale di Caserta e negli appalti per il settore idrico in Campania, una nuova indagine sul clan camorristico di Michele Zagaria della Dda di Napoli - procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, sostituti Catello Maresca e Maurizio Giordano - va a colpire (quattro arresti) la rete di familiari e colletti bianchi che hanno agevolato la latitanza del boss, durata 16 anni, e trascorsa nel uso paese d’origine, Casapesenna.
In carcere su ordine del gip di Napoli è finita Gesualda Zagaria, sorella del capoclan, che secondo l’accusa avrebbe tenuto i rapporti tra il clan del fratello e le altre cosche Casalesi ricevendo e distribuendo ai suoi affiliati i proventi delle attività illecite; Gesualda è la seconda sorella di Zagaria a finire in cella; la prima fu nel gennaio scorso Elvira Zagaria, coinvolta nell’indagine sull’ospedale di Caserta, struttura poi commissariata per camorra.
Altro parente del boss finito oggi in cella è il nipote Filippo Capaldo, già arrestato e scarcerato nel 2012, ritenuto dagli inquirenti l’attuale reggente del clan. Colletto bianco della cosca è l’architetto Carmine Domenico Nocera, originario di Casapesenna ma residente da anni a Caserta. Dalle indagini, basate su intercettazioni telefoniche e sulle dichiarazioni di pentiti del clan, tra cui Massimiliano Di Caterino e l’ex vivandiere di Zagaria Generoso Restina, Nocera avrebbe incontrato più volte il boss durante la latitanza e su incarico di Carmine Zagaria, fratello del capo, avrebbe predisposto i contratti di locazione delle abitazioni in cui l’ex primula rossa ha trascorso la latitanza, che erano formalmente intestati a Restina. Si sarebbe inoltre occupato dell’istruttoria relativa al rilascio di un’autorizzazione a costruire realizzando poi il progetto di uno dei bunker che il boss aveva a disposizione: il rifugio, provvisto di ogni comodità, fu poi realizzato dall’imprenditore Francesco Nobis, anch’egli finito oggi in cella.
Tra gli indagati per favoreggiamento aggravato anche i due proprietari degli appartamenti usati da Zagaria, tra cui il fratello dell’imprenditore Luciano Licenza, arrestato qualche mese fa per gli appalti nel settore idrico.