Trento e Veneto, sfida sulla Valdastico. Parti distanti ma Roma prova a mediare
Roma prova a mediare
Da una parte la Provincia di Trento che punta a spingere con più forza sulla ferrovia e sul suo potenziamento per il trasporto merci e persone. Dall'altra il Veneto, per il quale i collegamenti stradali attuali tra le due realtà non sono certamente abbastanza e che, come soluzione privilegiata, ha quella della Valdastico. In mezzo il ministero delle infrastrutture chiamato a mediare tra le due realtà al fine di arrivare all'intesa sul futuro infrastrutturale e viario tra i due territori. Da parte degli attori al tavolo, comunque, una condivisione sul metodo di lavoro e sul fatto che non si parte con veti o posizioni preconcette. È partito con queste premesse il tavolo sulla Valdastico che, per la prima volta nella storia, di fatto, vede seduti a discutere di collegamenti infrastrutturali tra Veneto e Trentino i massimi rappresentanti politici delle due realtà.
Valdastico, verifica sull'utilità
La prima seduta del Comitato paritetico sulla Valdastico ha visto la presenza al tavolo di Mauro Gilmozzi, assessore provinciale ai trasporti di Trento, e di Elisa De Berti, sua omologa nella giunta regionale veneta. Gilmozzi spiega che al tavolo Trento ha chiarito di voler spingere sulla ferrovia. «Il fatto nuovo a livello di infrastrutture è il fatto che ci sono investimenti sul ferro. La nostra posizione è quella di trasferire le merci sulla gomma». Rispetto alla Valdastico, poi, Gilmozzi, conferma la posizione già ripetuta in Consiglio provinciale: «Ci siamo seduti al tavolo per confrontarci e capire se serve o se non serve».
Il Veneto: A31 ma non a tutti i costi
«Ci siamo accordati sul modus operandi - spiega Elisa De Berti - su come muoverci e da che dati partire, perché l'intesa va raggiunta sulla base dei contenuti». Per questo, ieri, Veneto e Trentino «hanno deciso di partire da una analisi della mobilità, non solo sulla possibile Valdastico ma anche su quella interregionale e sui collegamenti tra Veneto e Trentino». L'assessore della giunta regionale chiarisce che tale ragionamento non è «legato solo alla gomma, ma anche alla rotaia».
La mediazione del ministero
Il ministero delle Infrastrutture, alla cui guida c'è il Pd Graziano Delrio, punterà ora a fornire a Trento e Veneto, entro pochi giorni si suppone, i dati sul traffico merci di tutta l'area, non solo quelli che attraversano Trentino e Veneto ma anche quelli più ampi legati all'ambito del Nordest. «Il ministero fornirà i dati sul traffico e tra dieci giorni dovremmo essere riconvocati» spiega De Berti. Sulla base dei dati forniti dal ministero Trento e il Veneto dovranno cercare una mediazione, anche se non è detto che si arrivi necessariamente a un'intesa, spiega Gilmozzi.
Dialogo al via senza pregiudizi
Il clima del primo incontro, preliminare come non poteva essere diversamente, viene giudicato comunque da entrambe le parti favorevole a un dialogo che permetta di arrivare a un giudizio il più possibile obiettivo sul quadro delle infrastrutture necessarie a entrambi i territori. «Entrambi siamo partiti da nessun pregiudizio e nessun preconcetto - spiega De Berti - Si parte da un'analisi oggettiva sull'utilità o meno della Valdastico» aggiunge l'assessore veneto, mentre anche il collega Gilmozzi usa termini simili.
I veneti: collegamenti da potenziare
Pur partendo da una condivisione del metodo, il Veneto ovviamente spiega che la situazione attuale in termini di infrastrutture non è soddisfacennte. «Noi partiamo dal presupposto che serve un collegamento per la mobilità tra Trentino e Veneto che oggi manca. È limitato a un tratto dell'A22 e alla Valsugana.