Vienna resta alla sinistra Ma cresce l'estrema destra

I populisti nazionalisti di destra austriaci della Fpö, al termine di una campagna elettorale su cui ha influito la crisi dei profughi, hanno aumentato i propri consensi nelle elezioni comunali a Vienna, ma la capitale resta in mano ai socialdemocratici.

Il partito della libertà austriaco, che fu guidato dallo scomparso leader di estrema destra Jörg Haider (1950-2008)), a oltre un terzo dello scrutinio nelle elezioni per il parlamento della città-Regione di Vienna, avrebbe ottenuto il 30,5% dei voti, con un aumento di cinque punti abbondanti rispetto alle precedenti consultazioni.

Nonostante i sondaggi anche dell’immediata vigilia pronosticassero quasi un testa a testa, i socialdemocratici della Spö si confermano prima forza nella capitale con un 39,5%: fra i loro militanti si sono viste scene di esultanza anche se c’è un arretramento di cinque punti circa (stando anche a prime proiezioni che dichiarano un margine di errore di solo un punto percentuale).

Secondo le proiezioni, i verdi con un 11,6% scavalcano il Partito popolare (Övp, cristiano-conservatore in calo del 4,5% al 9,5%) e possono dunque contribuire mantenere Vienna la roccaforte di sinistra che è stata fin dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Diversi media sottolineano però che a pesare sul relativo successo dei nazionalisti della Fpö - il loro miglior risultato elettorale in assoluto - ha influito la peggiore crisi migratoria del dopoguerra: soprattutto tra agosto e settembre, i flussi hanno avuto proprio in Vienna la meta intermedia sulla rotta balcanica che punta alla Germania e i nazional-populisti hanno avuto gioco facile a sottolineare i rischi e negatività della situazione. Già nei mesi passati la formazione di Heinz-Christian Strache ha ottenuto notevoli successi in consultazioni provinciali sempre a spese dei socialdemocratici e dei centristi. Nella stessa tornata odierna si è votato anche in altri 44 comuni dell’Alta Austria.

La valenza politica di «Vienna la Rossa», con i suoi 1,3 milioni di elettori e soprattutto la storica centralità nel sistema Paese austriaco, è comunque oggettivamente superiore e va al di là della coalizione rosso-verde del sindaco-presidente regionale Michael Haeupl (Spoe). Il risultato dei socialdemocratici è il peggiore del dopoguerra a Vienna e suona come un campanello di allarme per la Grosse Koalition messa in piedi con i Popolari della Övp dal dicembre 2008 sotto l’attuale cancelliere Werner Faymann dopo decenni di analoghe collaborazioni.

Anche se è mancato il testa a test, Strache ha invitato a non sminuire il risultato della sua formazione alle elezioni comunali di Vienna e ha chiesto un ritorno anticipato alle urne a livello nazionale in Austria.

A livello federale il governo del cancelliere Werner Faymann, socialdemocratico, secondo Strache è «incapace di agire» e «dovrebbe dimettersi». Il leader della formazione che fino al 2005 fu di Haider (che ne uscì per formare la sua «Alleanza per il futuro dell’Austria», prima di morire in un incidente d’auto tre anni dopo), ha comunque previsto che il governo vorrà evitare il ricorso alle urne.

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