Istat, in Italia una persona su 4 è a rischio povertà o esclusione
Oltre una persona su quattro in Italia è a rischio povertà o esclusione sociale nel 2014. Sono il 28,3% della popolazione, secondo la stima dell’Istat, un dato stabile rispetto al 2013.
In particolare il 19,4% è a rischio povertà, l’11,6% vive in famiglie gravemente deprivate e il 12,1% in famiglie a bassa intensità lavorativa.
Il rischio di povertà o esclusione sociale (28,3%) è superiore di quasi quattro punti percentuali a quello medio dell’Unione europea, pari al 24,4% nel 2014.
Il valore italiano è inferiore solo a quelli di Romania (40,2%), Bulgaria (40,1%), Grecia (36,0%), Lettonia (32,7%) e Ungheria (31,1%) e su livelli «molto simili» a quelli di Spagna (29,2%), Croazia e Portogallo.
Migliora leggermente il rischio di povertà o esclusione sociale nel Mezzogiorno. L’Istat stima che sono a rischio il 46,4% delle persone nel 2014, mentre nel 2013 erano il 48%. Resta profonda la distanza dal Nord Italia, dove la quota cala al 17,3% della popolazione e dal Centro (22,8%).
Inoltre il reddito mediano al Sud si attesta a un livello inferiore del 17% al dato nazionale, 20.188 euro l’anno (circa 1.682 euro al mese) e c’è una maggiore disuguaglianza (l’indice di Gini si attesta a 0,305).
«I dati dell’Istat confermano quello che andiamo dicendo da tempo: la povertà va affrontata con interventi strutturali e programmatici. C’è un paese reale che soffre la crisi e uno racconto in cui va tutto bene. L’Italia è insieme alla Grecia l’unico dei paesi dell’Unione a non essersi dotato di un piano nazionale di contrasto alle povertà e di sostegno ai vecchi e nuovi poveri».
Lo afferma il capogruppo di Sinistra Italiana a Montecitorio Arturo Scotto commentando i dati Istat sulla povertà.
«È necessario - prosegue il capigruppo di SI - introdurre la misura del reddito minimo. Una misura contro la povertà, contro la disperazione sociale, contro la precarietà è oramai indispensabile per garantire una vita dignitosa a milioni di cittadini. Facciamolo subito. Ci sono oltre 10 milioni di poveri che aspettano».