Disoccupazione in Trentino al 4,8%. Mai così bassa dalla fine del 2012
Il tasso di occupazione in Trentino, cioè il numero effettivo di persone che lavorano, è salito nel terzo trimestre 2015 al 68,1%, rispetto al 66,8% del terzo trimestre 2014. Lo sottolinea il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e assessore al lavoro, Alessandro Olivi, riportando i dati diffusi dall'Istat. L'aumento viene riferito come dovuto soprattutto a un ingresso significativo delle donne nel mercato del lavoro.
Il dato più interessante è però quello sulla disoccupazione, che in Trentino si attesta al 4,8%. Si tratta del livello più basso dalla fine del 2012. Anche qui concorre a formare l'andamento positivo una minore disoccupazione femminile. In Trentino fino a oggi, anche negli anni della crisi, solitamente cresceva il tasso di occupazione ma anche la disoccupazione, a causa di un eccesso di offerta di lavoro rispetto alla domanda. Ora invece abbiamo dati positivi per entrambe gli indicatori.
«Abbiamo tenuto duro nei momenti di difficoltà - ha commentato Olivi - e adesso che si coglie una virata non dobbiamo fermarci, ma proseguire e se possibile rafforzare quelle politiche mirate che sono al tempo stesso un risultato della nostra Autonomia e il frutto del confronto continuo con gli attori del sistema produttivo».
«I dati Istat, che testimoniano un netto miglioramento dell'andamento dell'occupazione nella nostra provincia - sottolinea - non sono ovviamente casuali. Sono la conseguenza di un'azione che abbiamo continuato ad indirizzare in favore del miglioramento del nostro tessuto economico e della promozione di buona occupazione. Registrare in contemporanea la crescita dell'occupazione e il calo della disoccupazione conferma la bontà di scelte non solo difensive, ma che puntano a creare nuove opportunità per chi vuole entrare nel mercato del lavoro. Il miglioramento dell'occupazione femminile e il più basso livello di disoccupazione da tre anni a questa parte dimostrano inoltre che stanno pagando politiche orientate mirate a garantire una vera inclusione sociale e un miglior incontro fra domanda e offerta di lavoro».