Baggia sulle società partecipate «La Provincia ci dica cosa accorpare»
Se due amministratori su cinque, più il segretario, «mollano» in pochi mesi, vorrà pur dire qualcosa. Il Centro servizi condivisi (Csc) tra le 12 società partecipate della Provincia, tra giugno e dicembre, ha registrato le dimissioni, nell'ordine, di Michele Nulli (della direzione generale della Provincia), segretario incaricato del raccordo tra Csc e la stessa Provincia, del presidente di Patrimonio del Trentino Giampaolo Bortolotti e del presidente di Informatica Trentina Paolo Boschini.
Ufficialmente, per ragioni personali e difficoltà a proseguire nell'incarico accettato pochi mesi prima, in marzo. Il Csc ha una funzione strategica: è stato costituito nel 2013 per gestire in mondo unitario i servizi comuni (personale, affari generali, legali, contabili e finanziari, sistemi informatici, controlli interni) delle 12 società di sistema, e per supportare la Provincia nella loro riorganizzazione. Una «razionalizzazione necessaria e urgente» ha evidenziato di recente la Sezione di controllo della Corte dei Conti alla luce del fatto che il capitale della Provincia investito nelle partecipate supera i 5 miliardi.
Le «Linee guida per il riassetto delle società provinciali» sono state approvate dalla Giunta lo scorso 2 novembre e il presidente Rossi s'è impegnato a predisporre il piano di riassetto entro il 31 marzo. C'è chi osserva che la ragione per cui il Consorzio arranca è semplice: se pienamente operativo, si configurebbe come una holding, che realizzerebbe sì economie di scala, ma nello stesso tempo toglierebbe «sovranità» sia alle partecipate, sia agli assessori che ai dipartimenti di riferimento. Di certo c'è che la previsione hard di trasferirvi 200 addetti delle partecipate (risultato della consulenza delle Deloitte attraverso Trento Rise) è stata accantonata.
Il Csc è coordinato da Monica Baggia, presidente di Trentino Trasporti e Trentino Trasporti Esercizio.
Che succede, avvocato Baggia? A cosa si devono le dimissioni?
«Sono state date tutte per ragioni personali, considerando i carichi di lavoro: ci si è resi conto che per il Csc serve un impegno notevole. Bortolotti è stato sostituito da Librera (dirigente Itea, ndr). Per la sostituzione di Boschini, alla Provincia ho proposto sia il presidente di una partecipata».
Ma cosa ha combinato, fin qui, il Consorzio?
«L'obiettivo è condiviso da tutti, ma tutt'altro che facile da raggiungere: trovare un equilibrio tra le società, che sono di diritto privato, i loro cda che hanno precise responsabilità, e l'esigenza di razionalizzare certi settori, trovando il personale da distaccare al Consorzio...».
Il progetto Deloitte è fallito.
«Era molto ambizioso. Prevedeva di trasferire, con 200 persone distaccate, tutte le funzioni no core nel Csc: acquisti, contabilità, bilancio, personale...».
Così non è stato?
«Ci siamo resi conto che alcune attività possono essere uniformate: gestione del personale (paghe e formazione), controlli interni... Si lavora anche alla predisposizione di un contratto unico di primo livello. Su altre funzioni, come l'amministrazione e il bilancio, si è più cauti: i presidenti delle partecipate hanno degli obblighi e non rinunciano al personale responsabile del bilancio e dei controlli di gestione, mentre la Provincia vuole una gestione patrimoniale intellegibile, nella pianificazione e nella rendicontazione. La strategia unitaria è condivisa, il problema è il come . Bisogna puntare all'omogeneità, per esempio degli strumenti informatici, che non sono gli stessi».
Nonostante la presenza di Informatica Trentina?
Monica Baggia risponde con un sorriso.
Il Consorzio supporta la Provincia nel piano di riassetto. A che punto siete?
«Su cosa accorpare la decisione spetta alla politica».
Ma le linee guida sono generiche.
«Vero. Ma è evidente che il piano di riassetto va fatto coinvolgendo sia la politica che le società. E il Consorzio è la voce delle 12 partecipate».
Il 31 marzo è vicino: quali sono le prossime tappe?
«Ci incontreremo con la presidenza e la direzione generale della Provincia, poi nell'assemblea dei 12 presidenti cercheremo di predisporre un piano di lavoro su tempi e modalità della riorganizzazione. Che è preliminare a tutto il resto, alla stessa messa in comune dei servizi».