Unioni civili, scontro al Senato Panizza: via le adozioni
Intese fra i capogruppo per il ritiro degli emendamenti «ostruzionistici» in cambio di un tempo adeguato per il dibattito sul ddl Cirinnà per le unioni civili che sta alimentando un duro scontro politico. Riduzione anche del numero dei voti a scrutinio segreto previsti alla conclusione di una discussione già particolarmente accesa nella quale, in queste ore, si inseriscono varie manovre di mediazione che rischiano però di rompere gli equilibri precedenti nei quali sulla carta c’è una maggioranza piuttosto netta a favore del ddl.
Il fronte Pd, Sel e M5S e pochi altri, infatti, rischia di sgretolarsi qualora il partito del premier decidesse di appoggiare un indebolimento dell’impianto normativo (specie sull’adozione del figlio del partner). Il Pd è attraversato dai mal di pancia dell’ala cattolica e pressato dalla cotnrarietà degli alleati di governo del Nuovo centrodestra.
A proposito del diritto di essere riconosciuto come genitore, torna a ribadire il suo no il senatore del Patt Franco Panizza: «Se non cambierà la norma sulle adozioni, difficilmente potrò votare a favore del provvedimento», ha detto oggi nel suo intervento in aula il segretario politico del Partito autonomista trentino tirolese.
«Dobbiamo assolutamente evitare - ha aggiunto Panizza - che la norma sulla stepchild adoption possa rappresentare il cavallo di troia della maternità surrogata. È importante rivedere questo punto, estendendo la punibilità del reato anche quando viene commesso all’estero. Questo principio deve valere per tutti, anche per le coppie eterosessuali o regolarmente sposate.
«Quel che è certo è che se non cambierà la norma sulle adozioni il mio voto finale non sarà favorevole».
Un affido pre-adottivo di un anno, da introdurre per le coppie gay ma anche per quelle etero è l’ipotesi di mediazione che circola negli ambienti Pd del Senato, all’indomani dell’apertura di Angelino Alfano sul tema delle unioni civili.
In queste ore i «pontieri» Dem starebbero sondando i senatori di Ncd per capire fin dove si possa spingere la mediazione e su quanto sostegno potrebbe godere tra gli alfaniani.
«Siamo alle prime battute, stiamo aspettando di capire qual è la proposta di Ncd», dice il senatore del Pd Giorgio Tonini, eletto in Trentino, che nega ci sia un emendamento di mediazione già scritto.
L’affido pre-adottivo di un anno è sì una ipotesi, spiegano fonti qualificate del Pd, ma «remota».
Il rischio, spiegano da ambienti Dem al Senato, è che un piccolo passo nella direzione degli alfaniani e più in generale dell’area cattolica, possa portare non solo i cinquestelle a smarcarsi ma anche i laici dem a «insorgere».
Dunque si procede in queste ore con i piedi di piombo in un estremo tentativo di dialogo.
È «troppo tardi per uno stralcio della stepchild», secondo esponenti dell’area «cattodem» interpellati al Senato. Però, in questa fase, si dicono convinti che serve lavorare per «allargare» e «rafforzare» la pre-adozione.
E in questa direzione cogliere l’opportunità che nasce dalle parole di Alfano: «Nessuno può ignorarle».
Tornano all’attacco, intanto, i cinquestelle: «La mediazione? Sono problemi del Pd, noi siamo compatti. Basta trattare. Ogni volta che abbiamo ceduto su qualche cosa hanno alzato la posta. Ora andiamo in aula e vediamo cosa dicono i numeri», dice il senatore Alberto Airola.
A chi gli chiede se il M5S sosterrà gli emendamenti Lumia, che introducono correzioni nate dalla mediazione nel Pd, Airola risponde: «Non è detto che glieli votiamo. Intanto vediamo se danno qualche altro ministero a Ncd, a loro hanno già dato tutto...».