Pedofilia, 11 agli arresti Tra di loro anche un prete
I carabinieri hanno dato esecuzione, in provincia di Brescia, Bergamo, Milano, Monza e Brianza, Parma e Pavia, ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dall’Ufficio del giudice per le indagini preliminari del Tribunale ordinario di Brescia, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 11 persone - tra cui un prete, un agente di polizia locale, un allenatore di squadra di calcio giovanile, e un malato di Hiv, indagati per prostituzione minorile continuata.
L’indagine, avviata nel mese di agosto 2015 ha consentito di identificare quattro minorenni di sesso maschile, aventi età ricompresa tra i 16 ed i 17 anni, i quali, prevalentemente attraverso contatti acquisiti sul social network dedicato ad incontri online, organizzavano approcci con uomini consapevoli della minore età dei giovani, cui offrivano prestazioni sessuali dietro corrispettivo di denaro ovvero regalie di varia natura; ricostruire numerosissimi episodi di rapporti a pagamento di adulti con minorenni consumati sia a bordo di autovetture presso parcheggi di centri commerciali e di luoghi di intrattenimento sia presso le abitazioni di alcuni degli indagati.
«La nostra intenzione era quella di guadagnare soldi con i gay». Questa l’iniziale volontà del gruppo di ragazzini coinvolti nell’inchiesta bresciana sulla pedofilia. «La loro idea originaria era quella di incontrare i soggetti, di chiedere il pagamento anticipato della prestazione sessuale per poi scappare. Se il cliente non accettava la condizione del pagamento anticipato l’incontro saltava», si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. «Ai propri interlocutori non mentivano mai sulla loro reale età, del resto direttamente percepibile al momento degli incontri» scrive il Gip Alessandra Sabatucci.
L’inchiesta è nata dalla denuncia di una madre, che aveva trovato sul telefono cellulare del figlio 16enne alcuni sms sui rapporti sessuali che il giovane consumava con maggiorenni. Lo stesso 16enne ha poi ammesso e fatto il nome di alcuni amici che come lui avevano intrapreso relazioni con adulti conosciuti in chat.
Sono tre gli episodi contestati al parroco, sospeso e agli arresti domiciliari. Il sacerdote, che si muoveva a bordo di un Suv scuro, secondo le indagini dei carabinieri di Brescia, avrebbe intrattenuto rapporti sessuali a pagamento con due minori e tentato di ottenere prestazioni sessuali da un altro giovane che non sarebbero avvenute per l’intervento del fratello del ragazzo.