Insulti alla magistratura: il presidente della Cassazione critica Salvini
"Delegittimare un potere dello Stato con parole offensive e denigratorie fa molto male alla democrazia". Il nuovo presidente della Cassazione Giovanni Canzio è uomo dai toni miti. Ma il magistrato di rango più alto non può lasciar correre un attacco generalizzato come quello del leader della Lega, Matteo Salvini, che domenica nel corso di un comizio aveva definito le toghe italiane una "schifezza".
Tanto basta a scatenare il segretario leghista che risponde sprezzante, e tutto lo stato maggiore del Carroccio che fa quadrato contro "un atto di guerra". Il Csm, dice il vicepresidente Giovanni Legnini ha "il dovere di stigmatizzare quelle gravi e offensive.
Non abbiamo bisogno di una nuova stagione di scontro tra politica e magistratura". Il plenum di Palazzo dei Marescialli si apre al pomeriggio con la richiesta di Luca Palamara, consigliere togato di Unicost ed ex presidente dell'Anm ai tempi dei duri scontri con l'allora premier Berlusconi, di aprire un dibattito a tutela della dignità dei colleghi: Salvini "non ha perso l'occasione di svolgere la funzione del replicante. Ho avuto un sussulto, mi è sembrato di essere tornato a un recente passato che credevo messo nel dimenticatoio".
Canzio però non parla di uno scontro, il suo è un invito a non gettare discredito: "Credo nella leale collaborazione tra le istituzioni ed i poteri dello Stato. Questa si fonda sul reciproco rispetto e sulla giusta misura di gesti e parole".
Al presidente della Cassazione fa eco il procuratore generale, Pasquale Ciccolo: "Attacchi indiscriminati e gratuiti sono pericolosi - sottolinea - rischiano di incidere sulla fiducia nella funzione giudiziaria che è esigenza fondamentale del vivere civile. Il continuo discredito che si getta sulla magistratura è pericolosissimo". Anche per il togato di Area Antonello Ardituro ci sono "inquietanti elementi di continuità con quello che non vogliamo più vedere".
Mentre a minimizzare interviene il laico di Ncd Antonio Leone, che parla di esternazioni isolate e ha invitato a "evitare la sovrapposizione tra quello che dice Salvini e una politica seria". Se di nuovo stagione di scontro politico-toghe si tratta, inedito è quanto meno il linguaggio.
La replica di Salvini è istantanea in un post su Facebook: "un 'pericolo per la democrazià. 'Sti cazzi". "Solo perchè ritengo che la 'giustizià italiana faccia schifo? Se qualche giudice lavorasse di più e parlasse di meno, forse gli italiani avrebbero più fiducia in questa magistratura. Sfido a un confronto pubblico i due signori", vi aggiunge in riferimento a Canzio e Ciccolo. "Siamo sconvolti dalle dichiarazioni e dagli attacchi dei magistrati rivolti a Salvini - interviene anche Massimiliano Fedriga, capogruppo alla Camera della Lega -. Ci auguriamo che ci sia stata una cattiva interpretazione perchè, se così non fosse, un atto di guerra di questo genere ad un leader politico non si è mai visto nella storia di una Repubblica".