Rossi: bando unico per ospedale e tangenziale
«Congratulazioni al sindaco diventato nonno di Leonardo. Benvenuto nel magico mondo dei nonni». Comincia con l’affettuoso saluto della presidente Lucia Coppola la seduta del Consiglio comunale «informativa» dedicata al Not e alla conferma della collocazione in via al Desert.
Tre ore di numeri, dati, sintesi del lavoro della commissione mista Provincia-Comune che da 23 ottobre ha comparato le due possibilità: i 26,1 ettari di S. Vincenzo a Mattarello e quella originaria, datata, figlia della programmazione originaria del 2002, via al Desert appunto, 14,8 ettari che diventeranno 19,7 con le aree attorno per le funzioni accessorie.
Parlano i tecnici, l’ingegner Raffaele De Col e il professor Giuseppe Scaglione per la Provincia, l’ingegner Bruno Delaiti per il Comune, per ribadire quanto ormai noto: via al Desert comporterà costi maggiori (41,2 milioni contro i 13,52 di S.Vincenzo per le infrastrutture), ma è di gran lunga più vantaggiosa per i tempi (procedimenti amministrativi) e ha il punto di forza di essere in un contesto urbano.
Gruppo di lavoro sul Santa Chiara.
Il presidente della Provincia Ugo Rossi, affiancato dagli assessori Luca Zeni (salute) e Mauro Gilmozzi (infrastrutture e ambiente) ripercorre la vicenda del Not, ricordando anche la sentenza del Consiglio di Stato che ha stoppato la procedura di gara, per ribadire che l’approfondimento fatto ha portato ad «una rivalutazione a 360 gradi, che sarà alla base del riavvio della gara con modalità anche nuove, per conseguire l’interesse pubblico e poter realizzare l’ospedale sotto il profilo finanziario».
Il riferimento è all’abbandono della finanza di progetto e alla possibilità di remunerare, in parte «in natura», i futuri costruttori.
L’ingegnere De Col chiarirà poi che la previsione è di poter arrivare fino al 10% (30 milioni di valore) del costo del nuovo ospedale, ricavato dalla cessione ai costruttori degli immobili dismessi per accentrare polo ospedaliero e funzioni annessi in via al Desert. Rossi auspica poi un «gruppo misto per affrontare da subito il tema dell’ospedale S.Chiara, dell’area e dei volumi che saranno dismessi, ai fini di un riutilizzo totale o parziale. Si tratta di fare una valutazione patrimoniale (cui lavora l’assessore Gilmozzi) anche ai fini di produzione di valore». Come dire: dall’attuale S.Chiara la Provincia pensa di ricavare risorse.
«Sul S.Chiara, raccolgo l’invito di parlarne presto» dirà poi il sindaco Alessandro Andreatta per il quale il nuovo ospedale «ha una vocazione urbana, fa e costruisce la città».
L’intervento di capigruppo e consiglieri.
A capigruppo e consiglieri cinque minuti a testa. Domande e considerazioni le più diverse. Attacca Emanuele Lombardo (Pd), che chiede: «È valsa la pena di aver provocato tutti questi dubbi nell’opinione pubblica e tra gli addetti ai lavori con l’ipotesi di Mattarello? Ora, si proceda senza tentennamenti. In viale Verona rimangano le funzione sanitarie esistenti per evitare lo spopolamento della zona. E sul S.Chiara si faccia un tavolo paritetico».
Per Andrea Merler (Civica Trentina), «l’idea di Mattarello era ed è affascinante. Se la decisione è presa, si sposti a Mattarello il Briamasco, si faccia il polo natatorio con il nuovo lido».
Anche Bruna Giuliani (Lega Nord Trentino) è convinta: «Avrei preferito l’ospedale a Mattarello, per farne un centro di riferimento per l’intero Triveneto. In via al Desert si soffocherà la città per altri vent’anni».
Per gli esponenti del Patt (il capogruppo Alberto Pattini e Tiziano Uez) la priorità sono i tempi e fondamentale è sanare la ferita della tangenziale, del cavalcavia di Ravina «che provoca incidenti e morti».
Paolo Negroni (5 Stelle) ricorda le responsabilità della Provincia e di Rossi che hanno portato alla sentenza del Consiglio di Stato, e chiede: «Quali saranno le modalità di gara e di finanziamento dell’opera?». Questione poi rilanciata da Paolo Castelli (Cantiere civico democratico): «Lei, Rossi, è già venuto qui da assessore ad illustrarci il Not e tempi certi. L’aula si aspetta ora chiarezza su procedura di affidamento dei lavori e scelta del contraente». Per Antonia Romano (L’Altra Trento a sinistra) l’area di Mattarello dovrà diventare «un’area umida per il fondovalle».
Bando unico per ospedale e viabilità.
«Faremo un bando di progettazione unitario, ma per due opere distinte, ospedale e strada (interramento per 400 metri della tangenziale, ndr)» anticipa l’assessore Gilmozzi «utilizzando i lotti sequenziali previsti dalla legge sugli appalti. Due opere progettate con tempistiche compatibili ma autonome dal punto di vista costruttivo». Gilmozzi accenna anche al prolungamento della Trento-Malé fino al futuro ospedale e al regolamento per garantire trasparenza e legalità nell’appalto. Ugo Rossi, chiudendo l’audizione, non dà una risposta puntuale sul bando. Dice solo che «con questo metodo di confronto (tra Provincia e Comune, ndr) possiamo affrontare anche la fase successiva e le decisioni sull’area S.Vincenzo e gli assetti urbanistici della città, compreso quello del S. Chiara».