Iraq, 500 italiani per la diga I nostri soldati schierati da maggio
Uniformi italiane a presidio della diga di Mosul. L'appalto per i lavori di ristrutturazione è stato vinto dalla società Trevi di Cesena. La presenza dei militari è considerata necessaria dal Governo Renzi
È programmato per la tarda primavera (maggio-giugno) l’arrivo dei circa 500 militari italiani a Mosul per la protezione dei lavori di ristrutturazione della diga, il cui appalto è stato assegnato all’azienda Trevi di Cesena.
Il contingente potrebbe essere costituito dai bersaglieri della brigata Garibaldi, con mezzi blindati e poi forze speciali, artificieri e assetti di copertura aerea. Compito dei militari sarà l’approntamento di una cornice di sicurezza adeguata per i tecnici che lavoreranno sul cantiere.
Sopralluoghi e ricognizioni sul posto sono già stati fatti ed i piani di invio da parte dei vertici della Difesa sono in fase avanzata. Lo scorso gennaio il premier Matteo Renzi ha ricevuto a Palazzo Chigi il primo ministro iracheno Haider Al Abadi e sono stati discussi i dettagli dell’intervento, che si svolgerà in collaborazione con le forze di sicurezza irachene.
L’opera, ad una trentina di chilometri da Mosul, si trova a soli pochi chilometri dal fronte di guerra. Si tratta quindi di una missione che presenta non pochi rischi. Va inoltre considerato che il piano Usa per il contrasto allo Stato Islamico in Siria ed Iraq prevede la riconquista della strategica città di Mosul.