Dorigatti: ancora troppe disparità fra uomo e donna
«La Giornata internazionale della donna ritorna, da oltre un secolo a questa parte, a interrogarci su quanto sia ancora lunga e irta di ostacoli la strada dei diritti e delle pari opportunità». Lo afferma il presidente del consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti, per la ricorrenza dell'8 marzo.
«Ora sappiamo che non l'uomo, bensì l'uomo e la donna, costituiscono la misura di ciò che è umano. Che non l'uomo, bensì l'uomo e la donna, sono il centro del mondo. Questa intuizione trasformerà le coscienze non meno della scoperta copernicana che la terra non è il centro dell'universò, scriveva Gerda Lerner, studiosa statunitense di origini austriache, vittima del nazismo prima e del dispotismo patriarcale poi.
Una rivoluzione copernicana che deve ancora compiersi compiutamente: in tante, troppe circostanze, ad ogni latitudine, il centro del mondo, infatti, è ancora solo e semplicemente l'uomo, e la donna subisce un modello di rapporti sociali autoritario e spesso violento», aggiunge Dorigatti.
«La nostra attenzione - prosegue - non può non andare alle donne vittime delle guerre, dei conflitti etnici, dell'intolleranza religiosa, delle migrazioni forzate: milioni di donne la cui voce non riesce a levarsi forte, perchè soverchiata dal rumore delle bombe e delle armi da fuoco, e dalla violenza assordante di un potere patriarcale dispotico e brutale.
Ma, purtroppo, non sempre serve lanciare lontano lo sguardo: nel cuore della nostra società, che a ragione si vuole pensare liberale e democratica, non passa ora, non passa giorno, che una donna non subisca la violenza maschile, talvolta esplicita e drammaticamente aggressiva, tante volte silenziosa e vile.
Contro tutto questo, per disegnare un mondo dove all'affermazione dei diritti segua la costruzione delle opportunità pari per tutte e tutti, l'Otto marzò diventa una giornata di riflessione e di impegno: sperando che non rimanga mai una e una sola, ma che riversi in ogni giorno del calendario la forza della sua proposta rivoluzionaria».