Bruxelles, «giallo» sull'omicidio di un guardiano della centrale nucleare

Un agente della sicurezza a una centrale nucleare di Charleroi, a 50 chilometri da Bruxelles, è stato ucciso due giorni dopo gli attentati e derubato del badge. Lo riferisce il quotidiano belga Derniere Heure citando fonti della polizia che indagano sulla vicenda.
Uno dei due fratelli kamikaze dell’aeroporto di Zaventem, Ibrahim El Bakraoui, figurava su una lista dell’antiterrorismo americano fin da prima degli attacchi a Parigi del 13 novembre. Lo riferisce la Cnn citando fonti americane.

Ieri c'è stata una serie di arresti sia nella capitale belga sia a Perigi. A Bruxelels è stato ferito e fermato a una fermata del tram un uomo che portava una sacca contenente esplosivi.

Sempre ieri è arrivatala tragica conferma della morte dell'italiana Patricia Rizzo, che era dispersa dopo gli attentati.

Continuano intanto falsi allarmi e pacchi sospetti in Belgio e in Italia (a Fiumicino). L’aeroporto di Bruxelles non riaprirà prima di martedì.

L’aeroporto Zaventem a Bruxelles non riaprirà prima di martedì.Lo scalo è chiuso ai passeggeri dallo scorso martedì, giorno dei tragici attentati.

E per timori relativi alla sicurezza Mariah Carey annulla il concerto previsto a Bruxelles.
Il sito Web dove è possibile acquistare i biglietti per il tour europeo della cantante afferma che lo spettacolo di domenica è stato cancellato.
Quindi, un messaggio diretto ai fan e postato sul profilo twitter di Mariah Carey conferma la notizia, precisando che alla cantante è stato consigliato di annullare lo show per proteggere la sicurezza dello staff e dei fan. Si terrà invece regolarmente questa sera il concerto previsto a Lussemburgo.

Sulle polemiche legate alla mancata prevenzione, interviene oggi l’ex premier belga Elio Di Rupo: «Il Belgio non è uno Stato fallito e non è un Paese debole. È un Paese di libertà totale, è fantastico. Rispetta la libertà delle donne, degli omosessuali, rispetta la libertà di pensiero. In Belgio si può essere blasfemi. Sono rispettate le scelte individuali. C’è l’aborto e c’è l’eutanasia», spiega, intervistato dal Corriere della Sera.
C’è un problema sicurezza? «Ci sono molti parametri da tenere in considerazione», risponde: «Ci sono giovani che sono stati indottrinati perchè deboli»; c’è «un problema disoccupazione nella regione di Bruxelles» ed «esiste discriminazione» ma «non è il caos sociale, è una realtà più difficile che cerchiamo di affrontare». «Le terze generazioni vivono una situazione di disagio», afferma: «Sono belgi e hanno potuto godere di tutte le libertà ma non si sentono belgi. Bisogna cercare di capire perchè questi giovani sono attratti dalla jihad».

«Se ci fosse una solidarietà europea a livello di ridistribuzione di richiedenti asilo avremmo 2-4 migranti per mille europei: non è vero che è impossibile integrarli», spiega Di Rupo. A suo avviso, «è impossibile prendere decisioni difficili e coraggiose. Alla fine l’accordo è al minimo denominatore comune, come accaduto con l’intesa con la Turchia.
Ha ragione il premier Renzi, si deve tornare al nucleo originario. Dobbiamo pensare a un’Europa a cerchi concentrici».

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