Italia e Stati Uniti Amici più che mai
Renzi: «In Libia faremo la nostra parte». Il premier a Washington per il Nuclear Security Summit. Si parla anche di intervento in Libia. Il nostro Paese corteggiato dalla Nato
C’è «una grande collaborazione e amicizia tra governo Usa e Italia. È forte, mi verrebbe da dire come non mai». Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Washington sottolineando che il rapporto con gli «americani è nel momento di massima cooperazione, anche su singoli temi come la politica economica europea ed il Mediterraneo».
A Washington dove il premier partecipa al Nuclear Security Summit «non c’è stato un bilaterale» con il presidente americano ma «scambi» di opinione, ha aggiunto. Ma nell’agenda degli Stati Uniti c’è anche la questione Libia, che in questo momento è uno dei Paesi più a rischio, con tre «governi». Prima degli attentati di Bruxelles si parlava di intervento bellico: l’Italia aveva tirato il freno a mano, ma le pressioni sul nostro Paese in area Nato non sono diminuite.
E ancora: «Credo che la cosa fondamentale sia una Libia stabile: nostro obiettivo è sostenere il governo dal punto di vista sociale, economico e di aiuti. Se poi ci sarà un intervento della comunità internazionale nelle modalità e nei tempi giusti, noi faremo la nostra parte». Lo ha detto il premier Matteo Renzi parlando con i giornalisti. L’Italia è in prima fila a far di tutto perché il governo Serraj funzioni».
«Non c’è stato nessun colloquio su possibili interventi durante gli scambi di opinione che ci sono stati ieri sera durante la cena di apertura del summit nucleare di Washington con gli altri leader», ha detto il premier. Possibili interventi «non sono all’ordine del giorno come sembra da alcune ricostruzioni», ha ribadito spiegando che bisogna agire «con buon senso e intelligenza». «L’Italia porta nei consessi internazionali la dose di equilibrio che ha da sempre. Sulla Libia abbiamo sempre detto che bisognava puntare sul tentativo dell’Onu, poi sul governo Serraj che sentiamo regolarmente. Gli diamo il contributo che chiede», ha aggiunto. La Libia è importante per la stabilizzazione dell’area, ma bisogna avere «grande prudenza buon senso e equilibrio».