Barista uccide ladro Condannato a 5 anni
Caserta, la diocesi dice no alla giustizia fai da te. Don Picone: «Ma la gente ha bisogno di normalità»
«Non possiamo sostenere una giustizia fai da te, ma la gente nel Casertano ha estremo bisogno di sicurezza e normalità». Sono parole di ferma condanna ma anche di comprensione quelle pronunciate dal vicario della diocesi di Aversa, don Franco Picone, sulla vicenda dell’arresto di Raffaele Villano, 52 anni, il barista che il 21 maggio del 2012, a San Marcellino nel Casertano, uccise il 15enne di etnia rom Nicola Sejdovic, mentre rubava dal suo locale, con l’aiuto di tre complici, una macchinetta mangiasoldi.
Oggi, per Villano, si sono aperte le porte del carcere. È infatti diventata definitiva la condanna a cinque anni e tre mesi per il reato di eccesso colposo di legittima difesa, lo stesso capo di imputazione che viene contestato all’imprenditore del vicino comune di Villa Literno, Carlo Diana, il quale dieci giorni fa uccise un ladro albanese che stava tentando di portargli via l’auto dall’abitazione in cui vive con moglie e figli. L’episodio scatenò polemiche tra chi come, il leader della Lega Nord Matteo Salvini, era dalla parte dell’imprenditore, e chi invece condannava il gesto.
«In questi casi - afferma don Franco Picone - non ha senso prendere posizione pro o contro chi spara. Non possiamo tollerare queste forme di difesa personale. Ma è giusto comprendere che tali vicende vanno inquadrate in contesti più complessi, da analizzare: Villa Literno e San Marcellino, come tutto l’Agro-Aversano, vivono situazioni di grave degrado socio-economico, dove si registra un mix esplosivo dovuto all’aumento della povertà tra la popolazione, sia italiana che straniera, alla presenza spesso incontrollata di immigrati dediti ai reati; sappiamo che nel nostro territorio sono in grande aumento i furti nelle case, ce lo dicono i fedeli, che sono spesso costretti a fare turni per difendere ciò che posseggono. C’è bisogno di maggiore presenza delle istituzioni, perchè la gente avverte la necessità di sentirsi almeno sicura a casa propria».
E sulla quetsione «legittima difesa» interviene l’Italia dei Valori, che ha depositato in Cassazione una proposta di legge popolare, per la quale si stanno raccogliendo firme in tutta Italia. «Vogliamo tutelare al massimo livello il domicilio e consentire al cittadino di difendersi più liberamente se aggredito all’interno della propria abitazione. Auspichiamo si possa dunque avviare con il ministro Costa un confronto politico costruttivo su un tema estremamente sentito da moltissimi cittadini». Lo afferma il segretario dell’Italia dei Valori Ignazio Messina, secondo il quale «in Italia si sta diffondendo una criminalità sempre più sfrontata ed aggressiva ed è dunque quantomai urgente aggiornare la legge vigente sulla legittima difesa. Una normativa che, tra l’altro, consente al ladro di trasformarsi in vittima richiedendo, al verificarsi di determinate circostanze, il risarcimento del danno all’aggredito. Una beffa che noi di Idv vogliamo venga cancellata».