Anche il Papa contro le barriere «Il problema non si risolve così»
Conclusa la visita nell'isola greca emblema dell'emergenza
Papa Francesco è rientrato a Roma dopo il suo viaggio sull'isola greca di Lesbo. Il Pontefice, sul volo di ritorno, ha portato con sé dodici profughi: saranno ospitati a Roma dalla Comunità di Sant'Egidio. Si tratta di tre famiglie di rifugiati dalla Siria, di cui 6 minori. Erano già presenti nei campi di accoglienza di Lesbo prima dell'accordo fra Unione Europea e Turchia. Tutti i membri delle tre famiglie sono musulmani.
Per fare memoria delle vittime delle migrazioni, nel porto di Mitilene, a Lesbo, papa Francesco, il patriarca ecumenico di Costantinopoli e l'arcivescovo ortodosso greco Hieronymos, dopo aver recitato ciascuno una preghiera e dopo un minuto di silenzio, hanno ricevuto da tre bambini delle corone di alloro che hanno lanciato in mare dal molo.
È illusorio pensare che il problema migranti si risolve alzando barriere. Così il Papa a Mitilene, in Grecia, in occasione della sua visita a Lesbo. «Voi, abitanti di Lesbo dimostrate che in queste terre, culla di civiltà, pulsa ancora il cuore di un’umanità che sa riconoscere prima di tutto il fratello e la sorella, un’umanità che vuole costruire ponti e rifugge dall’illusione di innalzare recinti per sentirsi più sicura. Infatti le barriere creano divisioni, anziché aiutare il vero progresso dei popoli, e le divisioni prima o poi provocano scontri». Parole dense di significato soprattutto se pensiamo a quanto sta succedendo a pochi chilometri da noi, al confine del Brennero, dove l’Austria continua a lavorare alle infrastrutture per il controllo del valico.
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Oggi è tornato sulla qustione anche il ministro dell’Interno, Angelino Alfano: «Schengen è fortemente a rischio - ha detto - con la decisione dell’Austria che è totalmente sbagliata. Noi facciamo il nostro dovere controllando e censendo tutti gli immigrati». «Dall’Austria - prosegue Alfano - sono tornati più immigrati di quanti noi ne abbiamo mandati e l’Unione Europea è stata chiara spiegando che non è chiudendo le frontiere interne che si rafforza la sicurezza ma controllando maggiormente le frontiere esterne».
Intanto si fanno sempre più forti le voci di chi teme anche le ripercussioni economiche del ritorno dei controlli al Brennero. L’accoglienza dei profughi «deve essere un’azione comune, condivisa da tutte le Regioni europee, e non un obbligo morale per chi è più esposto dalla condizione geografica come è il nostro Paese». Lo afferma Confindustria, sottolineando in una nota di seguire «con attenzione» la situazione che si sta prospettando per il caso del flusso migratorio in direzione dell’Austria, e definendo la possibile chiusura del Brennero, «un danno enorme per la nostra industria». «Export e turismo - sottolineano gli industriali - ne avrebbero un immediato contraccolpo che toccherebbe tutta la nostra economia e soprattutto quelle imprese del Nord Est che lavorano costantemente e in modo rilevante con i Paesi del Nord Europa. L’auspicio è che lunedì, in occasione dell’incontro tra i ministri degli Esteri in Lussemburgo, si possa arrivare a un concreto tentativo di accordo che ricomponga la volontà comune di offrire la giusta accoglienza a chi ha bisogno. Solo un’Europa senza frontiere può garantire benessere e solidarietà veri».
La decisione austriaca di ripristinare i controlli alla frontiera con il Brennero preoccupa i trasportatori italiani perché, se fosse confermata, porterebbe a un danno economico superiore ai 170 milioni di euro l’anno per l’intero settore dell’autotrasporto. A farsi portavoce di tale preoccupazione è Conftrasporto (la realtà associativa del trasporto, logistica e servizi nautici di Confcommercio). Lunedì e martedì una delegazione guidata dal presidente Paolo Uggè (che è anche vicepresidente di Confcommercio) sarà a Bruxelles per presentare alla Commissione Ue, al Parlamento europeo e al sistema istituzionale e diplomatico italiano presente presso le istituzioni comunitarie le priorità dei tre settori del trasporto aderenti alla confederazione (trasporto su gomma, ferro e mare).
Conftrasporto ha già portato all’attenzione dei deputati italiani eletti all’Europarlamento una possibile soluzione alla situazione che potrebbe crearsi al Brennero, al fine di evitare di colpire duramente dal punto di vista economico un intero settore: l’introduzione di un sistema di trasmissione preventiva dei dati del trasporto per le imprese extra comunitarie, con contestuale attivazione di un corridoio di libero scambio per tutti i vettori europei.