Bombardamenti su Aleppo: critiche a Fb per il mancato Safety Check
La protesta per la strage di civili nei bombardamenti ad Aleppo investe Facebook, accusata di non avere attivato lo stesso sistema utilizzato dopo le stragi di Parigi e di Bruxelles che aveva permesso agli utenti di comunicare a parenti ed amici che erano in salvo.
La televisione panaraba al Jazira sottolinea che Facebook non ha risposto alle sue richieste di sapere se tale sistema, il Safety Check, verrà messo a disposizione in futuro. Tuttavia in precedenza il gigante dei social media ha risposto alle critiche affermando che «durante una crisi in corso, come una guerra o un’epidemia, il Safety Check nella sua forma attuale non è così utile, perchè non c’è un chiaro punto di inizio o di fine e, sfortunatamente, è impossibile sapere quando qualcuno è effettivamente salvo».
Intanto migliaia di utenti hanno colorato di rosso le foto dei loro profili nel tentativo di attirare l’attenzione su quanto sta avvenendo ad Aleppo, rispondendo agli appelli diffusi via Twitter con gli hashtag #MakeFacebookRed e #AleppoIsBurning.
Secondo un bilancio dell’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), oltre 250 civili sono morti negli ultimi nove giorni nei bombardamenti del governo e dei ribelli ad Aleppo.
«Esorto tutte le parti coinvolte nel conflitto a rispettare la cessazione delle ostilità e a rafforzare il dialogo in corso, unica strada che conduce alla pace», ha detto ieri il Papa al Regina Coeli parlando del suo «profondo dolore» per la «disperata situazione umanitaria» della Siria.
«Ricevo con profondo dolore - ha aggiunto Papa Francesco - le drammatiche notizie provenienti dalla Siria, riguardanti la spirale di violenza che continua ad aggravare la già disperata situazione umanitaria del Paese, in particolare nella città di Aleppo, e a mietere vittime innocenti, perfino fra i bambini, i malati e coloro che con grande sacrificio sono impegnati a prestare aiuto al prossimo.
Esorto tutte le parti coinvolte nel conflitto a rispettare la cessazione delle ostilità e a rafforzare il dialogo in corso, unica strada che conduce alla pace».