Trento, appalti ad hoc per le piccole imprese Rossi: «Un'arma in più per rilanciare l'economia»
Rossi: «Un'arma in più per rilanciare l'economia»
Più autonomia in materia di appalti e contratti, maggiore velocità e semplificazione delle procedure amministrative, un’attenzione particolare alle piccole e medie imprese: sono i tre capisaldi su cui poggia la norma di attuazione licenziata nel tardo pomeriggio di ieri a Roma dal Consiglio dei Ministri, a cui hanno partecipato anche i presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano Ugo Rossi e Arno Kompatscher.
Soddisfatto il governatore Rossi: «In un momento come questo - sottolinea - poter legiferare autonomamente, in maniera più certa che in passato, in materia di contratti pubblici rappresenta una leva in più per rilanciare la nostra economia. Da un lato, si ridurranno ulteriormente i vincoli burocratici, perché nel recepire le normative europee, saremo tenuti a non introdurre ulteriori aggravi nella regolamentazione, anche con riferimento a quelli statali. Dall’altro, la normativa provinciale potrà prevedere interventi che favoriscano la partecipazione alle gare d’appalto delle piccole e medie imprese. Questo rappresenta ovviamente un riconoscimento importante del ruolo svolto dalle imprese locali, sul piano delle competenze e dell’innovazione ma anche su quello occupazionale».
Si rafforza dunque la capacità del Trentino di legiferare in materia di appalti e contratti pubblici - compresa la fase della loro esecuzione - relativi a lavori, servizi e forniture. Storicamente le Province autonome di Trento e Bolzano hanno sempre legiferato in materia, recependo le relative direttive europee. Una facoltà, quest’ultima, affermata da una norma di attuazione del 1987 e riconfermata anche dalla Corte Costituzionale, che con una sentenza del novembre 1995 (la 482) aveva stabilito che la Provincia autonoma potesse attuare le direttive europee autonomamente.
Quali sono allora le novità introdotte dalla nuova norma di attuazione? In primo luogo ora viene richiamato espressamente il principio di «non sovraregolazione», in base al quale, nel recepire le direttive europee, non si potranno introdurre livelli di regolazione superiori a quelli minimi che le normative europee stesse richiedono, se non in circostanze eccezionali. Questo rappresenta anche uno «scudo» nei confronti di normative statali, che in materia di appalti disciplinassero la materia dei contratti pubblici in maniera più minuziosa rispetto a quanto non faccia l’Unione europea. In altre parole, la normativa provinciale potrà essere più snella e più aderente alle esigenze del territorio. Ciò potrà valere in particolare per la partecipazione alle gare d’appalto delle piccole e medie imprese. La norma di attuazione dice infatti espressamente che la legge provinciale può prevedere «interventi atti ad agevolare la partecipazione agli appalti pubblici delle piccole e medie imprese in quanto importanti fonti di competenze imprenditoriali, di innovazione e di occupazione».