Un drappo alla finestra per Sara e contro la violenza sulle donne

Aggredita, tramortita e strangolata prima di essere data alle fiamme. È morta così Sara Di Pietrantonio, la studentessa universitaria uccisa da Vincenzo Paduano, incapace di rassegnarsi alla fine della loro storia d’amore. Un omicidio atroce, avvenuto nella notte di sabato, in via della Magliana all’estrema periferia di Roma.

In memoria della ragazza e per condannare il diffuso fenomeno della violenza sulle donne, si mobilita anche il popolo della rete, che invita a una semplice manifestazione oggi, festa della Repubblica.

Ecco il testo dell'appello: «Con l'ennesimo orribile delitto che si è consumato ai danni della 22enne Sara Di Pietrantonio io e altre donne, in numero crescente, abbiamo deciso di intraprendere una serie di azioni martellanti volte ad estirpare la cultura del femmincidio ormai diventato ennesimo motivo di imbarazzo del nostro Paese.

Stiamo organizzando una prima protesta molto semplice: il 2 giugno, 70esima ricorrenza del voto alle donne italiane, esponete alle vostre finestre un abito, un lenzuolo, una bandiera, qualsiasi cosa di colore rosso.

Simboleggia il sangue versato dalle donne uccise dai loro uomini, o ex uomini, o corteggiatori rifiutati. Sarà solo il primo passo.

Partecipate e non abbiate paura di passare per delle rompiscatole, come cercherà di farvi credere un certo tipo di persone (uomini e donne) da tenere alla larga perché non vogliono il vostro bene».


L’autopsia eseguita ieri nell’istituto di medicina legale La Sapienza arricchisce di particolari la ricostruzione dei tragici fatti.

Quasi certamente Sara era morta quando il suo ex l’ha cosparsa di alcool prima di darle fuoco, ma solo gli ulteriori accertamenti dell’equipe medica composta da Giorgio Bolino (medico legale), Carlo Catalano (radiologo) e Giulio Mannocchi (tossicologo) completeranno il quadro la prossima settimana con l’esame del sangue e dei polmoni di Sara. Quel che è certo è che sul corpo della ragazza non ci sono grosse lesioni se non quella al collo provocata da una presa con l’avambraccio, mentre le bruciature sono riscontrabili sul capo, sulle spalle e sulla parte posteriore delle braccia.

I primi risultati degli esami autoptici arrivano nel giorno in cui Paduano è comparso davanti al gip Paola Della Monica per l’interrogatorio di garanzia. Il 27enne, come aveva già fatto al termine del lungo interrogatorio in questura, ha ammesso di aver ucciso Sara anche se è apparso confuso in alcuni dettagli sulla dinamica dei fatti. Inaspettatamente per il procuratore aggiunto Maria Monteleone e per il pm Maria Gabriella Fazi, il gip Della Monica ha convalidato il fermo eseguito dalla polizia domenica scorsa e disposto la custodia cautelare in carcere della guardia giurata per omicidio volontario e stalking, escludendo però la premeditazione.

Secondo il magistrato non ci sarebbe, dunque, la prova che Paduano avesse studiato a tavolino l’omicidio della sua ex.

Dall’esame dei telefoni cellulari di Sara e della guardia giurata Paduano, inoltre, starebbero emergendo ulteriori riscontri al quadro accusatorio prospettato a piazzale Clodio.

In particolare, attraverso l’analisi del traffico telefonico e degli sms, starebbero emergendo conferme sull’attività di pressione esercitata dalla guardia giurata nei confronti della ex fidanzata. Per Paduano si prospetta ora un processo con il rito immediato a meno che non solleciti il giudizio abbreviato.

Una scelta, quest’ultima, che gli consentirebbe di usufruire dello sconto di un terzo della pena.
Intanto questa sera centinaia di persone, tra familiari, amici e conoscenti, hanno voluto ricordare Sara con una fiaccolata che ha percorso la strada dove viveva la studentessa fino alla vicina parrocchia. Silenzio e lacrime hanno accompagnato la marcia in ricordo di «Sissi», tra la disperazione delle amiche di sempre, che con lei condividevano la passione per la danza e la musica. Sono ancora sotto shock, non riescono ancora a credere che Sara non ci sia più, che sia stata barbaramente uccisa da quello che fino a qualche giorno fa era il suo fidanzato. A salutare Sara, il «nostro angelo biondo», lanterne di colore rosso e bianco che si sono alzate in cielo.


 

Sono tre le regole di comportamento da mettere in atto per proteggere la propria figlia da un fidanzato geloso e possessivo suggerite dagli esperti: «Mai avere un atteggiamento contro il fidanzato di vostra figlia che voi sospettate geloso, notare subito se ci sono cambiamenti nel comportamento della ragazza come l’isolamento dalle amicizie quotidiane.

Avere sempre bene chiaro in mente che quando un ragazzo è geloso e possessivo non ama la sua fidanzata ma sta solo alimentando il desiderio di possesso intorno alla sua giovane donna per metterla in una situazione di sudditanza e di debolezza psicologica».

Sono solo alcuni dei consigli che Paola Vinciguerra, psicologa, e Presidente dell’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico, suggerisce ai genitori all’indomani della morte di Sara Di Petrantonio.

«Mai avere un atteggiamento contro il fidanzato di vostra figlia otterreste l’effetto contrario», spiega la psicoterapeuta.

«Chiedete alla ragazza con molta delicatezza come mai non frequenta più le sue amiche storiche, il gruppo di amici al quale era legata da sempre, come mai ha cambiato il suo modo di vestire, i suoi interessi. Dovete farle notare che il rapporto che sta vivendo la sta cambiando. La sta chiudendo. lei comincerà a riflettere». Secondo l’esperta è molto importante creare occasioni di incontro dove «voi genitori possiate approfondire la conoscenza della personalità del fidanzato di vostra figlia e se percepite un comportamento particolarmente geloso e possessivo non rimanete fermi.

Parlate con la famiglia del ragazzo» Non sempre è facile identificare un ragazzo geloso e possessivo:«Purtroppo è facile scambiare dei cenni patologici con dei comportamenti di rassicurazione e di serietà. Spesso i genitori - conclude la psicologa - leggono un comportamento geloso e possessivo in maniera sbagliata. Lo scambiano con il sentimento di amore».

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