Boom M5S: Raggi e Appendino vincono a Roma e Torino Il Pd si salva solo a Milano con Beppe Sala
Grillo euforico
Il Movimento 5 stelle conquista Roma e Torino, vincendo in 19 dei 20 comuni in cui si è presentato per le elezioni amministrative. «Ora voliamo alto verso il governo nazionale - ha detto Beppe Grillo - L'aereo della missione impossibile è decollato e prenderemo quota. Dall'inizio ci hanno sempre detto: "E' impossibile che ce la facciate". Ora l'obiettivo è cambiare quota e puntare alla guida dell'Italia».
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Il trionfo del M5S
I ballottaggi delle elezioni amministrative consegnano all'Italia il trionfo del M5S a Roma e Torino: Virgina Raggi sarà la prima sindaca della capitale mentre Chiara Appendino conquista il capoluogo piemontese scippandolo a Piero Fassino. Le urne mostrano una sconfitta dei candidati Pd con l'eccezione di Bologna dove Merola è pronto a diventare il primo cittadino della città, lasciando indietro il centrodestra.
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L'alleanza Berlusconi-Salvini non sembra riuscire neanche nell'impresa di Milano dove Beppe Sala, dopo un iniziale testa a testa con Stefano Parisi, conquista la vittoria, facendo tirare un sospiro di sollievo ai Democratici. Senza sorpresa invece Napoli, dove si conferma la vittoria di De Magistris. I cinque stelle si confermano così una «macchina da ballottaggi», come sono stati definiti dall'Istituto Cattaneo.
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Raggi conquista il Campidoglio doppiando il rivale Roberto Giachetti, che riconosce per primo la sconfitta assumendosene le «responsabilità» e annunciando un'opposizione «costruttiva ma determinata». Il M5s non viene dunque penalizzato da un'affluenza in calo rispetto al primo turno un po' ovunque: nella capitale il dato ufficiale si attesta al 50,19% contro il 57,02% del 5 giugno.
Dati simili anche a Torino, Milano, Bologna mentre a Napoli la percentuale scende addirittura al 35%. M5S ora guardano a Palazzo Chigi: «Siamo pronti a governare», dice il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio.
AI 5 STELLE 19 BALLOTTAGGI SU 20
Se anche Forza Italia e la Lega puntano ad attribuire un valore nazionale alle elezioni amministrative con Mara Carfagna (portavoce dei deputati azzurri) che parla di «fallimento del renzismo» e Matteo Salvini che dice che gli italiani «non credono più a Renzi», i Democratici invece scelgono ovviamente la cautela: «A Roma - dice subito Ettore Rosato dopo la chiusura delle urne - pagano il disincanto degli elettori Pd». E poi assicura che il governo sarà vicino alla neosindaca, perché la priorità è il buongoverno della città. Ma il risultato, viene evidenziato in più occasioni dal capogruppo Pd, «non deve avere ricadute sul governo».
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VIRGINIA RAGGI: IL PROFILO
38 anni il 18 luglio prossimo, neofita della politica, avvocato civilista, un figlio di 7 anni. Virginia Raggi, primo sindaco donna di Roma targata M5S, sembra il ritratto della normalità. Chi la conosce la descrive pignola, 'secchiona', precisa. Caparbia. Tutte doti che le sono tornate utili per iniziare l'impresa e "completare l'opera" di conquistare Palazzo Senatorio portando per la prima volta una donna sullo scranno più alto dell'Aula Giulio Cesare. Nel Movimento dal 2011, é stata consigliere comunale di opposizione dal 2013 fino alla fine anticipata della giunta di Ignazio Marino nel 2015.
Il sindaco è cresciuta nel quartiere romano di San Giovanni ma da oltre 10 anni abita a Ottavia, in periferia. Sposata con un regista radiofonico, Andrea Severini, che l'ha portata nel Movimento, ha un figlio di 7 anni, Matteo. Il motivo dell'impegno in politica, "per cambiare il mondo" ha spiegato. Avvocato civilista specializzata in diritto d'autore e nuove tecnologie, ha fatto attività nei Gruppi di acquisto solidale (Gas). Cattolica ma non molto praticante - celebrerà le unioni civili -, é appassionata di sport. Ama andare in bici, ha una utilitaria. Non stravede per il calcio: simpatizza per la Lazio.
Parla un inglese fluente. Ha votato centrosinistra in passato - anche Pd -, fin dai tempi dei sindaci Francesco Rutelli e Walter Veltroni. Telegenica, determinata, ha convinto gli esperti della Casaleggio Associati e ha vinto le 'Comunarie'. La descrivono pignola, secchiona, con delle asprezze. Doti che le sono tornate utili per fronteggiare polemiche e attacchi alla sua figura e sulla sua attività professionale, l'ultima la consulenza per la Asl di Civitavecchia. Prima nel mirino c'era stato il praticantato nello studio legale di Cesare Previti e il lavoro in quello di Pieremilio Sammarco, della stessa area e suo ex docente universitario. Per quest'ultimo Raggi ha fatto anche l'amministratore delegato in una società vicina alla destra romana. Non tutti elementi inseriti nel curriculum. "Io ho sempre lavorato", la sua replica. Sempre pacata. Da domani avrà un ufficio in Campidoglio vista Fori. E il lavoro non le mancherà.
CHIARA APPENDINO: IL PROFILO
Da quando il Movimento 5 Stelle l'ha scelta per dare l'assalto a Torino, l'alternativa era "chiara". Così è stato anche per i torinesi che per la prima volta, da quando il sindaco viene eletto, hanno scelto una donna per guidare la loro città. Chiara Appendino ha battuto al ballottaggio il sindaco uscente Piero Fassino e, a 32 anni appena compiuti, è la nuova prima cittadina del capoluogo piemontese. Un successo per lei e per il Movimento 5 Stelle che, rimontando gli 11 punti percentuali di svantaggio del primo turno, hanno archiviato in un solo colpo 23 anni di amministrazioni del centrosinistra. "Giudicatemi per quello che sono e per la mia squadra", ha ripetuto durante la campagna elettorale la neo prima cittadina, una laurea alla Bocconi in Economia internazionale e management, con specializzazione in pianificazione e controllo di gestione aziendale. Un profilo sabaudo, lontano anni luce da certi esponenti 'ruspanti' del Movimento 5 Stelle. Il papà Domenico è vicepresidente esecutivo di Prima Industrie, macchinari laser, presidente Gianfranco Carbonato che guida Confindustria Piemonte. Parla correttamente inglese, tedesco e francese e conosce anche un po' di spagnolo. Sposata con Marco Lavatelli, ha lasciato dopo due anni la Juventus - squadra di cui è anche tifosa - per andare a lavorare con lui nell'azienda di famiglia di oggetti per la casa. E proprio durante la campagna elettorale è diventata mamma di Sara, 5 mesi oggi. Al Movimento 5 Stelle si è avvicinata nel 2010 e nel 2011 è diventata per la prima volta consigliera comunale risultando la grillina più votata con 623 preferenze. Per cinque anni ha condotto un'opposizione durissima all'amministrazione Fassino, tanto che il sindaco Pd l'ha definita la "Giovanna d'Arco della pubblica moralità". Un appellativo di cui in campagna elettorale la neo prima cittadina si è fatta vanto, presentandosi come la candidata 'anti-sistema', in grado di scardinare con la meritocrazia quella rete di relazioni di potere di cui ha spesso accusato il centrosinistra. "Lei si segga su questa sedia e vediamo se sarà capace di fare quello che auspica", l'aveva apostrofata un esasperato Fassino durante un Consiglio comunale. Un'altra profezia avveratasi per l'ormai ex primo cittadino, che in una intervista tv del 2009 aveva sfidato Grillo a fondare un partito. Al ballottaggio Appendino è arrivata senza apparentamenti: "niente poltrone in cambio di voti, saremo nelle piazze con le persone a fianco delle persone", aveva dichiarato a caldo, ottenendo comunque alcuni endorsemet più o meno ufficiali da alcuni candidati del centrodestra. Quasi pronta la sua squadra - ha già annunciato i nomi di parecchi assessori - tra le sue iniziative ha già annunciato un fondo da 5 milioni di euro per il lavoro giovanile, da finanziare tagliando il 30% dei dirigenti e degli staffisti del Comune, e un altro fondo per rimborsare gli over 65 vittime di furti o scippi. "Ci hanno detto che siamo il partito del no, ma noi abbiamo un programma con 350 pagine di sì". Da oggi la sindaca, come ha annunciato di voler essere chiamata, dovrà iniziare a realizzarlo.