Rossi: «In Europa spira il vento del nazionalismo»
Ecco le reazioni alla Brexit in regione:
Ugo Rossi (presidente della Provincia): «In Europa spira un vento che non mi piace. È il vento del nazionalismo, della chiusura, della paura.Per la Brexit ci sono due ordini di preoccupazioni, uno di tipo economico, l’altro politico culturale, soprattutto culturale. Il primo riguarda il profilo finanziario dei mercati, che determinano tensioni e speculazioni, che si riversano anche sulle finanze locali, compresa quella provinciale. Eppure sento inneggiare alla Brexit da parte di esponenti politici locali, quando un primo effetto è ad esempio la salita dello spread». Per la seconda preoccupazione, il governatore ha aggiunto: «Mi sembra un vento della paura e della reazione di chiusura, quindi del nazionalismo, che non ha portato qualcosa di buono in Europa, se pensiamo anche ai risultati elettorali di questi ultimi anni: tutti contro, ma nessuno che dica l’alternativa».
«Speriamo che gli Stati nazionali - ha proseguito - pensino d’investire di più su un’Europa seria, vera, in cui non tutto è mercato e Pil, che prendano atto davvero che l’immigrazione esiste e investano su queste cose, tranquillizzando il resto della cittadinanza, in modo che l’integrazione non resti solo da predicare, ma un obiettivo in cui credere, a partire dai leader».
«Speriamo - ha infine sottolineato - che non ci sia un effetto emulazione. Sento già i Salvini. Le rivoluzioni di pancia non hanno mai portato a qualcosa».
Thomas Widmann (residente del consiglio regionale del Trentino Alto Adige Südtirol); «L’uscita della Gran Bretagna dall’Europa è un passo indietro nella formazione di quella coscienza europea che da anni si sta cercando di costruire. La volontà dei cittadini va sempre rispettata, ma sicuramente la perdita di un membro importante come il Regno Unito rappresenta una sconfitta della politica europea tutta».
Claudio Cia (consigliere provinciale) «Alla fine ha vinto il “Leave” sul “Remain” e la Gran Bretagna è fuori dall’Unione europea... ora scopriremo che si può vivere anche fuori dall’Ue».
Lorenzo Dellai (deputato): «Le immagini dei sostenitori di Brexit esultanti per il risultato del voto richiamano l’idea di una follia collettiva che sta contaminando l’Europa, altro che la vittoria della gente, come si sente dire. Una follia collettiva che porterà solo disastri politici, sociali ed economici e che nessuna critica alla politica dell’Unione può giustificare».
Maurizio Fugatti (consigliere provinciale): «La decisione del popolo britannico di uscire dall’Unione europea ha una portata storica che deve servire per rifondare un’idea di Europa del tutto diversa ridiscutendo i trattati internazionali». «Nel Regno Unito - aggiunge - il popolo ha votato favorevolmente alla Brexit contro tutto e contro tutti: la gran parte del mondo politico, i mass media, le strutture economiche, i poteri forti e il mondo della finanza. Nonostante questo esercito mediatico di contrari la Brexit ha vinto lo stesso.
Bruno Dorigatti (presidente del consiglio provinciale): «Abbiamo atteso e tifato fino all’ultimo, nella speranza che la Gran Bretagna rimanesse nell’Unione europea. Abbiamo lavorato per tanti anni alla costruzione di un’Europa in grado di affrontare i grandi processi di competizione globale, al fine di mantenere un alto sviluppo sociale e politico. L’introduzione della libera circolazione delle persone e delle merci e la stessa moneta unica sono state conquiste preziose. La costruzione dell’U.e. ha consentito in effetti una lunga fase di sviluppo e il mantenimento della pace fra i popoli. La Brexit segna invece un forte arretramento. Sarà compito della comunità europea adottare anzitutto ogni provvedimento che salvaguardi l’economia e il welfare state, impedendo un’eventuale, nuova fase di recessione».