Turchia, ancora epurazioni arrestati 2 reporter scomodi
Continuano le epurazioni del regime turco volute dal presidente Erdogan dopo il tentato golpe.
Orhan Kemal Cengiz, noto giornalista e avvocato per i diritti umani turco, e la moglie Sibel Hurtas, anche lei una reporter, sono stati arrestati dalla polizia a Istanbul.
Nei giorni scorsi, il nome di Cengiz era apparso in una presunta black list di decine di giornalisti, diffusa da un account Twitter a sostegno del presidente Tayyip Erdogan.
E almeno 32 altri giudici sono stati arrestati ieri in Turchia con l’accusa di legami con la rete di Fethullah Gulen, accusato da Ankara del fallito golpe.
In manette sono finiti anche altri due militari. Ieri sera, prima di annunciare lo stato d’emergenza per 3 mesi, il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva fissato a 9.002 il numero degli arresti già effettuati.
Inoltre, il vicepremier e portavoce del governo di Ankara, Numan Kurtulmus, dopo aver annunciato lo stato di emergenza per tre mesi, ha aggiunto che «la Turchia sospenderà la Convenzione europea sui diritti umani, come ha fatto al Francia».
Si apprende, poi, che nella notte del golpe fallito in Turchia, gli insorti volevano anche sequestrare il leader del Pkk curdo Abdullah Ocalan, detenuto dal 1999 nell’isola-prigione di Imrali sul mar di Marmara, al largo di Istanbul.
A confermare l’indiscrezione, già circolata nelle ore successive al tentativo di putsch, sarebbe ora la testimonianza di 12 colonnelli arrestati.
Secondo i media turchi, il piano prevedeva di arrivare a Imrali con alcune navi della Marina e rapire Ocalan con un blitz.
In questi giorni, il partito filo-curdo Hdp ha più volte sollevato la questione, potenzialmente esplosiva, della sicurezza del leader del Pkk, che dopo il golpe non ha avuto contatti con l’esterno.
Il ministero della giustizia ha diffuso una nota assicurando che «le condizioni di salute di Ocalan sono buone».
Sulla situazione è intervenuto oggi anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, nel corso della cerimonia del Ventaglio: «A proposito dei rapporti fra Unione europea e Turchia, esprimo la mia profonda preoccupazione per le notizie riportate dalla stampa internazionale sulle reazioni del governo turco al tentativo di colpo di Stato.
Arresti e procedimenti penali contro gli asseriti eversori si devono svolgere rigorosamente secondo le regole della legge e dei principi internazionali e nel pieno rispetto del diritto di difesa. Le prerogative di indipendenza della magistratura devono essere rispettate perchè le rimozioni e gli arresti ingiustificati di giudici ledono la democrazia e i diritti dei cittadini.
Preoccupano - ha concluso Grasso - molto le massicce epurazioni che stanno colpendo anche il mondo della scuola, delle università e dell’informazione.
Sulla pena di morte, sui diritti e le libertà fondamentali, sul diritto di difesa qualsiasi passo indietro è contro la storia».