Raid aerei Usa sulla Libia Incoraggiamento da Roma
L’Italia giudica «positivi» i raid americani in Libia nella guerra all’Isis.
Operazioni aeree alle quali il nostro Paese non partecipa né con l’invio di militari né con il supporto di basi e di aerei ricognitori, chiariscono fonti di governo ricordando però l’accordo per operazioni antiterrorismo su richiesta del governo libico.
«Il sostegno italiano al governo libico si è concretizzato in forme diverse nel corso degli ultimi mesi, in particolare attraverso importanti operazioni umanitarie», chiarisce la Farnesina smentendo il tam tam sui media internazionali della presenza di forze speciali francesi, britanniche e italiane.
Atteso da mesi, l’intervento militare in Libia arriva dopo il mese di sangue, con attentati rivendicati dall’Is, in Francia e con una minaccia terroristica che incombe su tutta l’Europa.
Come previsto dalla risoluzione delle Nazioni unite, i raid sono partiti su richiesta del governo di unità guidato dal premier Al Serraj. Governo che l’Italia ha sempre sostenuto per la stabilizzazione del paese così vicino all’Europa e alle nostre coste. «L’Italia - ribadisce oggi la Farnesina - sostiene il governo di unità nazionale e lo incoraggia a realizzare le iniziative necessarie per ridare stabilità e pace al popolo libico». E nella lotta al terrorismo, l’Italia apprezza lo sforzo di Serraj «in particolare l’operazione Bunyan al Marsous per liberare la città di Sirte da Daesh».
Il premier Matteo Renzi è stato informato dei raid aerei americani contro obiettivi dell’Isis in Libia. La linea italiana non cambia: come stabilito nel decreto missioni approvato in Parlamento, l’Italia non è coinvolta nelle operazioni militari.
Fonti qualificate chiariscono che i caccia da sorveglianza e ricognizione italiani non hanno supportato il blitz, nè gli aerei americani sono partiti da basi situate in Italia. «No scarponi sul terreno» è la posizione del nostro paese fermo restando l’intesa, stretta con il governo libico, per operazioni antiterrorismo. E gli impegni dell’Italia all’interno dell’alleanza atlantica.
«Dall’Afghanistan all’Iraq, dai Balcani alla Somalia noi siamo già impegnati a livello militare», ribadiva domenica il premier italiano in un’intervista a Repubblica chiarendo che «la scelta del governo è di evitare avventure improvvisate» come il rovesciamento di Gheddafi ad opera dei francesi che ha precipitato il paese nel caos.
«Un’altra guerra è servita», attacca M5S che per mercoledì aveva già ottenuto la discussione in Aula, alla Camera, di una mozione critica con la politica estera italiana. La seduta diventerà l’occasione per un confronto parlamentare sull’intervento in Libia ed il Pd affermerà la linea del governo con una mozione ad hoc, assicurando che il Parlamento sarà coinvolto in eventuali passi futuri.