Crisi, uscirne con filosofia Cacciari sul degrado europeo
«La crisi dell’Europa è una crisi culturale in senso antropologico, per questo è così radicale e non si riesce a uscirne e se non la si affronta con gli strumenti filosofici sarà non la fine del mondo, ma certo una catastrofe mondiale, visto che ne rappresenta il centro e la storia» afferma Massimo Cacciari, intervenendo a Carpi al Festival Filosofia con una sua lectio sul tema dell’agonismo.
Per Cacciari «senza filosofia non si capisce nulla, perdiamo il contatto non col nostro passato che è cosa immobile, ma con le nostre radici, che sono cosa viva e la crisi dell’Europa nasce proprio dall’aver perso il contatto con le proprie radici, e quando questo accade ci si perde, si perde l’Europa».
Quindi spiega cosa intende per filosofia, che è appunto agon, nel senso del termine originario greco, ha un carattere agonistico, lo stesso che è parte essenziale del dibattito politico, come di tutte le cerimonie della nostra civiltà.
Naturalmente agonistico non vuol dire scontro, sfida o semplicemente concorrenza come si finisce per intenderlo oggi.
La filosofia è agon perché è alla ricerca del premio più alto che esista: la verità. Quindi vive agonisticamente il rapporto col senso comune, e questo avviene attraverso la lotta col linguaggio, che di base è lo stesso per la filosofia come per il modo di sentire comune.
Una lotta naturalmente non distruttiva, l’agon è il contrario, è un con-correre assieme per creare modifiche dall’interno del linguaggio comune, facendolo crescere e facendo crescere così le capacità del nostro pensiero della nostra comprensione, riuscendo a far dire al linguaggio comune quello che fino a prima non riusciva a dire. Pensiero e linguaggio si incardinano sempre e in questo processo si rilevano anche le differenze.
Per questo solo la filosofia ci fa capire veramente e può aiutarci a salvare l’Europa, tornando a quell’interesse dialettico che c’è stato per esempio dopo la seconda guerra mondiale e che poi si è andato perdendo. E perdendosi questo si perde il nostro destino, ovvero si resta senza destinazione.