Sanità / Il caso

Infermieri in rivolta: le nuove divise ci rendono ridicoli, vanno cambiate, così sembriamo salumieri

I nuovi camici con il colletto bordato di arancione non piacciono: «Disagio e imbarazzo», scrive l’Ordine all’Azienda provinciale servizi sanitari, che per ora fa finta di niente

di Matteo Lunelli

TRENTO. «Disagio e imbarazzo». È quello che provano infermieri e coordinatori infermieristici ogni giorno, da qualche mese a questa parte, quando devono indossare le nuove divise fornite dall'Azienda sanitaria. Ma non si tratta solo di una questione estetica o di un dress code non rispettato: il problema riguarda anche e soprattutto i rapporti con i pazienti, oltre ad avere a che fare con il tema dell'attrattività.

A protestare è l'Ordine delle professioni infermieristiche: già più di 6 settimane fa ha inviato una nota ufficiale all'Apss, per denunciare la situazione e chiedere provvedimenti, o almeno un confronto. A metà gennaio, non ricevendo alcun tipo di risposta, l'Ordine ha inviato nuovamente la lettera, con un apposito sollecito. Ma nulla: nessuna reazione, nessun feedback, nessuna "presa in carico" della questione.

Insomma, i problemi sono tre: l'imbarazzo per la divisa, le difficoltà nel rapporto con i pazienti e le mancate risposte dell'Azienda sanitaria. Spieghiamo meglio la questione: qualche mese fa l'Apss ha iniziato a distribuire le nuove divise nominali al personale, partendo dal Santa Chiara, mentre in queste settimane si sta provvedendo con Rovereto e le altre strutture periferiche.

Se nelle "prove" si valutava un completo tutto bianco, al momento della distribuzione la "sorpresa": il camice aveva una serie di inserti colorati sul colletto, in fondo alle maniche e sul taschino. La foggia per gli infermieri è di colore arancione, per i coordinatori blu, per le ostetriche viola, per il personale dell'area tecnica gialla, per il personale della riabilitazione verde.

I medici, invece, vestono di bianco, mentre gli oss sono rimasti con casacca verde e pantaloni bianchi.

«Il tema è quello della dignità della professione - spiega l'Ordine -. Abbiamo ricevuto tantissime segnalazioni dai nostri colleghi, da coordinatori, infermieri e infermieri pediatrici. La divisa, oltre ad assolvere una funzione di sicurezza, rappresenta gli operatori dell'Azienda verso l'esterno e verso l'interno ed è un elemento distintivo dei profili professionali, ma quelle nuove hanno creato malcontento e non sono ritenute decorose per la figura dell'infermiere. Quella foggia arancione crea disagio e imbarazzo. Oltre alla dimensione estetica, che incide sull'immagine sociale, ci è stata segnalata anche la difficoltà da parte dei pazienti ad identificare gli infermieri, in quanto divise simili vengono associate comunemente dai cittadini ad altre professioni non sanitarie, legate alla grande distribuzione alimentare».

Ed effettivamente le nuove divise dell'Apss sono sostanzialmente identiche a quelle utilizzate da macellai e salumieri in alcune catene di supermercati e punti vendita, trentini e non. A riprova di questo, facendo una prova pratica ed empirica, digitando su Amazon parole chiave come "casacca macellaio" o "divisa salumiere", tra i primissimi risultati ci sono completi tali e quali a quelli degli infermieri trentini.

Ovviamente un paziente a caccia di una flebo non si confonderà chiedendo «un etto e mezzo di crudo, tagliato sottile», ma le scene imbarazzanti e le battute, negli ambulatori e nelle corsie, si sono già verificate. Il tutto, ovviamente, senza nulla togliere a una o all'altra professione. Inoltre, reagendo all'imbarazzo, entrano in campo meccanismi "compensativi", come utilizzare vecchie divise, girare il colletto, tenere la felpa, non usare i bottoni.

Tornando all'Ordine, che in queste settimane, a partire dal presidente Daniel Pedrotti, ha parlato con tanti colleghi, prosegue: «Un altro aspetto riguarda gli infermieri e gli infermieri pediatrici: si tratta di due ruoli diversi, con corsi di laurea diversi, con una regolamentazione giuridica diversa. Ma l'Apss ha fornito a entrambe le figure la divisa con gli inserti arancioni».

Ancora: «Riteniamo che il colore bianco, anche in relazione alla storia, sia rappresentativo delle professioni sanitarie, compresa quindi quella dell'infermiere. I codici-colore per facilitare il cittadino nel rapportarsi con le diverse figure può anche andare bene, ma con dettagli meno impattanti e più decorosi. Così, invece, i colleghi sono quasi ridicolizzati». Infine, come accennato, c'è il tema dell'attrattività: l'Ordine chiede coerenza tra quanto viene detto per trattenere e attrarre infermieri e quello che si fa in realtà.

«In tal senso garantire alla professione infermieristica una divisa che rispecchi i principi di decoro è un elemento importante». Ben sapendo, ovviamente, che restano in primo piano le questioni legate alla carenze, alla competenze, alle retribuzioni, alla conciliazione, ai modelli assistenziali innovativi. Ma anche la divisa che si indossa ogni giorno ha un valore. 

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