Sicurezza / Il caso

Allarme a Trento: i ladri ti distraggono nel parcheggio del supermercato e rubano la borsa

Proliferano in questi giorni, specie nella zona nord della città, gli episodi basati sul metodo delle monetine gettate a terra: due complici prendono di mira le persone appena tornate alle vetture dopo aver fatto la spesa, una distrae la malcapitata, l'altra colpisce nell'auto

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TRENTO - La truffa del finto carabiniere, quella del rilevatore di gas, quella del finto incidente del parente, quella dello specchietto. Purtroppo la fantasia e l'ingegno a volte si ritrovano a essere al servizio anche di chi vuole nuocere agli altri e soprattutto derubarli. E, si sa, fantasia e ingegno sono sconfinati.

Da qualche settimana nei parcheggi dei supermercati del capoluogo - e non solo - è spuntata una nuova insidia per potenziali vittime, soprattutto donne: quella delle monetine gettate a terra.

Come funziona è presto detto. Parte tutto da una certezza: se c'è qualcosa che a ladri e malintenzionati ha sempre fatto gola sono borse e borsette. Nei supermercati sono sempre state a rischio: non si contano negli anni i casi di furti - di portafogli o oggetti personali custoditi all'interno o di borse intere - perpetrati ai danni di chi aggirandosi tra gli scaffali le aveva lasciate incautamente all'interno del proprio carrello. Ti giri un attimo a prendere il sale e ti ritrovi poi in cassa senza più il portamonete.

L'allarme in questione riguarda sempre le borse e i supermercati, ma non i carrelli, perché tutto accade all'esterno dei punti vendita: il balordo (o la balorda) seguono la vittima designata fino alla sua vettura e appena la vedono salire a bordo e poggiare la borsa sul sedile a fianco o alle sue spalle, ecco spuntare le monetine.

Pugni di contanti di piccolo, minuscolo taglio (minimo investimento, da parte dei ladri) gettati a terra in modo da far partire poi la messinscena: «Uno sguardo, un paio di bussate al finestrino e tanta finta cortesia: "Signora le sono caduti questi"».

La vittima, grata, apre la porta, magari si accerta anche che i soldi non siano suoi, tranquillizza quella persona così gentile, ringrazia. Risale in macchina.

Peccato che nel frattempo un o una complice abbia già aperto la portiera dall'altro lato per arraffare borsa o portafoglio e quando la vittima, confusa, riesce a mettere a fuoco l'accaduto è ormai tardi.

«Quando è accaduto a mia madre - spiega un lettore che risiede a San Donà - una volta giunto in questura, per fare denuncia, mi sono reso conto di quanto questi casi siano diffusi in questo periodo. In questi giorni soprattutto nella zona nord del capoluogo, ai Solteri e a Gardolo. Prestate sempre attenzione quando qualcuno anche con le migliori intenzioni vi spinge a lasciare incustoditi i vostri beni personali, perché purtroppo l'inganno e le beffe sono sempre dietro l'angolo». Le. Po.

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