Il presidente catalano: nel 2017 il referendum sull'indipendenza
Il presidente indipendentista catalano Carles Puigdemont ha annunciato che convocherà un referendum sull’indipendenza nella seconda metà di settembre 2017 con o senza l’accordo di Madrid.
«O referendum, o referendum!: cercheremo l’accordo con lo stato fino all’ultimo, ma se non arriva andremo avanti, siamo pronti a superare l’ultimo scalino».
Puigdemont ha detto davanti al parlamento di Barcellona che la Catalogna «nel 2017 sarà pronta alla disconnessione dallo stato spagnolo», auspicando che la decisione possa avvenire con un referendum concordato con Madrid.
Il presidente si sottopone oggi al rinnovo della fiducia del parlamento di Barcellona, dopo che in giugno i secessionisti radicali della Cup gli avevano ritirato il loro appoggio.
Nel pomeriggio il discorso di Puigdemont, il voto del parlamento domani sera.
Dopo l’accordo raggiunto negli ultimi giorni fra il leader catalano e gli alternativi è previsto un esito favorevole.
La lista di Puigdemont ha 62 deputati su 135 nel Parlament, la Cup 10. Nel suo discorso secondo la stampa di Barcellona Puigdemont dovrebbe proporre la tenuta di un referendum sull’indipendenza - che Madrid ritiene incostituzionale - entro l’estate prossima.
Frattanto, il Cup ha chiesto che la celebre statua di Cristoforo Colombo che si affaccia sul porto di Barcellona, una mano puntata verso il mare, venga rimossa perché «La città non dovrebbe celebrare il suo passato coloniale».
La Cup, riferisce La Vanguardia, ha proposto che venga sostituita da una opera allegorica che «renda omaggio alla resistenza dei popoli indigeni e degli schiavi». I movimenti indipendentisti hanno inserito nella loro ‘lista nerà altre statue che ritengono ‘politicamente non correttè come quella di Antonio Lopez y Lopez Marchese di Cornillas, definito «commerciante e schiavista», eretta di fronte al Palazzo delle Poste nel cuore storico della città, che dovrebbe essere sostituita con un monumento «alle vittime della tratta degli schiavi».
Le proposte della Cup per ora non hanno ricevuto l’appoggio di altri partiti politici.