Iraq, al via offensiva contro l'Isis: liberi 7 villaggi
È cominciata l'offensiva per liberare Mosul dall'Isis da parte dell'esercito e delle forze antiterrorismo irachene, insieme alla milizia alleata dei peshmerga curdi e alle milizie sciite. Lo ha annunciato alla tv di stato il primo ministro iracheno Haidar al Abadi.
La tv di stato irachena ha mostrato un breve comunicato scritto, poco dopo la mezzanotte, che ha annunciato l'avvio dell'offensiva militare largamente preannunciata per cacciare l'Isis dalla seconda citta' dell'Iraq. Il blitz per riconquistare Mosul e' la piu' grande operazione militare in Iraq da quando le truppe statunitensi si sono ritirate nel 2011 e, se coronata da successo, il piu' duro colpo inferto finora all'Isis.
Le forze curde dei Peshmerga hanno strappato all'Isis il controllo di sette villaggi nelle prime quattro ore dell'offensiva per riconquistare Mosul, la 'capitale' irachena dello Stato islamico. Lo riferisce la televisione panaraba Al Jazira.
I ribelli siriani appoggiati dalla Turchia hanno riconquistato oggi la località di Dabiq, città in mano ai jihadisti dello Stato Islamico dal 2014, quando contava 3.000 abitanti.
Un villaggio della Siria relativamente piccolo, non lontano dalla frontiera turca e di limitata importanza strategica ma dall'altissimo valore simbolico perché qui, secondo una profezia dell'Islam sunnita, i musulmani del califfato avrebbero trionfato sui cristiani in un epico "scontro finale" prima dell'Apocalisse. Simbolica al punto che nel 2014 i jihadisti hanno intitolato la loro rivista di propaganda in linqua inglese proprio Dabiq.
Un comandante dell'opposizione siriana, Saif Abu Bakr, ha riferito che i combattenti dell'Isis hanno opposto una resistenza "minima" per difendere la loro iconica roccaforte, situata nel nord della Siria ad alcune decine di chilometri da Aleppo.
Quest'ultima città è peraltro anche oggi devastata da bombardamenti e combattimenti dopo il fallimento, ieri sera, delle trattative di Losanna tra i rappresentanti dei Paesi coinvolti a vario titolo nel conflitto siriano, Stati Uniti e Russia in prima fila.