Voto all'estero e schede fotografate Segnalazione alla Farnesina
«Il Comitato per il No ha segnalato» alla Farnesina «casi di elettori che hanno ricevuto due plichi e altri nessuno, di cittadini privi di nazionalità italiana che però hanno ricevuto le schede per votare, o di cittadini che hanno scoperto di non essere iscritti nelle liste elettorali.
Rilievi ai quali» la Farnesina «ha risposto con la dovuta sollecitudine, andando a verificare caso per caso».
Lo si legge in una nota del Comitato per ilno.
«Tranne che per quello che appare come il caso più grave: gli elettori che hanno fotografato e postato sui loro profili social la scheda con il voto espresso, rendendo così evidente la loro scelta e facendo quindi venir meno la segretezza del voto», denuncia il Comitato.
«La Farnesina si è limitata a girare la questione al Viminale, secondo il quale la riservatezza del voto deve essere preservata, salvo non sia l’elettore stesso a dichiarare spontaneamente il suo voto non intravedendo quindi un reato nel fatto che un elettore dichiari pubblicamente il proprio voto».
Ma il Comitato sulla questione si riserva di presentare «esposti» in sede penale.
«È fitta la corrispondenza tra il Comitato per il no e l’Ufficio centrale per i Servizi agli italiani all’estero della Farnesina. Come promesso nel corso dell’incontro che si è svolto alcuni giorni fa, il ministro Gentiloni ha fornito un indirizzo mail al quale inviare segnalazioni di anomalie e irregolarità nello svolgimento delle procedure di voto da parte dei connazionali residenti fuori dall’Italia», spiega il Comitato per il No al referendum.
Ma sulle foto del voto da parte degli italiani all’estero, il Viminale non ha intravisto gli estremi di un reato: «Peccato che un conto è dichiarare il proprio voto, un altro è fotografare la scheda, cosa che è espressamente vietata dalla legge italiana perchè potrebbe prefigurare il voto di scambio. Benché autorevole, il parere del Viminale non può considerarsi esaustivo su una questione di carattere costituzionale e dunque il Comitato per il No insiste a chiedere approfondimenti e verifiche, anche utilizzando le denunce più circostanziate e corredate da foto che saranno presto inviate. Riservandosi comunque di presentare esposti penali alla magistratura per garantire a tutti la certezza che un voto così importante, quello sulla Costituzione, si sia svolto in modo regolare e senza indebite pressioni».