Austria, domani il ballottaggio fra l'europeista e l'eurofobico
Domani, domenica, in Austria non si elegge solo il futuro presidente, ma il piccolo Paese nel cuore delle Alpi deciderà anche tra due strade già tracciate dai vicini di casa: quella europeista e dell’accoglienza della cancelliera tedesca Angela Merkel oppure quella euroscettica e dei fili spinati del premier ungherese Viktor Orbàn.
L’Austria è profondamente spaccata e il prossimo inquilino della Hofburg dovrà almeno tentare di sanare questa frattura, possibilmente prima delle prossime elezioni politiche.
Anche l’ultimo confronto televisivo tra il verde Alexander Van der Bellen e l’ultranazionalista Norbert Hofer è stato caratterizzato da questo clima teso.
Dopo gli ultimi duelli piuttosto garbati e sottotono, causa stanchezza dopo oltre dieci mesi di campagna elettorale, giovedì sera sulla tv pubblica Orf sono state scintille. Hofer ha accusato il professore universitario di essere un «comunista», addirittura di essere stato una spia russa quando era un giovane ricercatore. Van der Bellen ha invece accusato il suo rivale di ventilare l’Oexit.
«Questa è una bugia vera e propria», ha risposto il 45enne, ma il 72enne ha risposto mostrando alla telecamera una mozione della Fpoe dello scorso gennaio per un referendum sull’uscita dell’Austria dalla Ue. Hofer ha nuovamente sfoggiato la sua aggressiva retorica caratterizzata da slogan semplici e chiari, ripetuti di continuo e che impedisce all’avversario di sviluppare argomentazioni più articolate.
Nella prima campagna elettorale della scorsa primavera il candidato Fpoe aveva minacciato di sciogliere il parlamento, se l’attuale governo non avesse rivisto le sue posizioni su migranti, sanità ed economia. Hofer ha poi ritrattato l’affermazione, ma il messaggio era comunque arrivato ai suoi elettori. Negli ultimi mesi, per intercettare i voti dei moderati ha abbandonato i toni troppo accesi. Il nuovo stile è stato evidente oggi durante il comizio di chiusura campagna elettorale.
In primavera Hofer aveva salutato i suoi sostenitori in una piazza, accompagnato da un gruppo folk-nazionale, questa mattina ha invece scelto la Borsa di Vienna e l’accompagnamento musicale di un coro di voci maschili. L’elezione del primo presidente liberal-nazionale avrebbe effetti immediati sul governo di socialdemocratici e popolari, appeso ormai a un filo.
Con ogni probabilità gli austriaci torneranno alle urne già la prossima primavera, a maggio, con il leader Fpoe Heinz Christian Strache in pole position.