L'Austria oggi al ballottaggio Testa a testa Hofer-Van der Bellen
L’Austria oggi, domenica, vota in elezioni presidenziali trasformatesi in una scelta di campo fra europeismo e populismo e in un barometro con cui saggiare il clima del continente in vista di tornate elettorali-chiave in Germania e Francia l’anno prossimo.
Si tratta della prima consultazione politica dopo la vittoria di Donald Trump nelle presidenziali americane e di un’occasione, per Norbert Hofer, di diventare il primo capo di Stato europeo di estrema destra scelto in libere elezioni dopo la Seconda guerra mondiale.
I sondaggi, per quello che ormai valgono, danno il candidato del partito nazionalista e populista Fpö in un testa a testa con Alexander Van der Bellen, l’esponente dei Verdi che da indipendente aveva vinto di strettissima misura (31 mila voti, lo 0,7%) il ballottaggio del 22 maggio, poi annullato in luglio per irregolarità nello scrutinio dei voti per posta.
Il test è limitato (6,4 milioni di elettori) e la carica per cui si vota è prevalentemente onorifica anche se il presidente gioca un ruolo importante nella formazione del governo, da maggio guidato dal nuovo cancelliere Christian Kern.
L’attenzione però è alta perchè il Partito della Libertà austriaco (Fpö, formazione che fino a dieci anni fa era del defunto Joerge Heider) è dichiaratamente contro i migranti e i musulmani e lo stesso Hofer ha più volte detto che i profughi e gli immigrati non dovrebbero avere lo stesso trattamento degli austriaci. E pur avendo ammorbidito la posizione negli ultimi giorni, Hofer ha avvertito che spingerà per un referendum di uscita dall’Ue se l’Unione diventerà ancor più ‘centralistà in seguito alla Brexit.
Ancora nelle ultime ore, mentre i due candidati si sono affidati a video su Facebook per convincere gli indecisi, la circostanza è stata sottolineata dal capo della campagna elettorale di Van der Bellen: l’elezione «è anche un voto sul fatto se l’Austria è per l’Europa comune o no», ha detto Lothar Lockl. Venerdì Hofer aveva invece sostenuto che chi parla di ‘Oexit’ (l’uscita dell’Austria - Österreich, in tedesco - dall’Ue) danneggia il Paese.
In uno scenario europeo minacciato dall’avanzata dei populisti, per l’Austria si crea una situazione simile a quella di 16 anni fa quando, a causa dell’entrata del Fpö di Heider nel governo, l’Ue mise il Paese in una sorta di quarantena diplomatica per sette mesi prima di rinunciare all’idea di sanzioni per non alimentare ulteriormente il nazionalismo.
Per le vie di Vienna in giornata c’è stata una colorita manifestazione in favore dell’europeista Van der Bellen che però ha attirato al massimo 200 persone stando agli organizzatori (nemmeno cento, secondo la polizia) ma anche decine di giornalisti e telecamere.