Previdenza integrativa al posto dei vitalizi La Regione paga 1,55 milioni all'anno
La legge regionale del luglio 2014 è vero che ha abolito il vitalizio per i consiglieri regionali, ma come un’araba fenice l’ha fatto risorgere, seppur ridimensionato, sotto forma di pensione complementare di cui potranno godere a seguito di soli 5 anni di legislatura.
Insomma, il consiglio regionale continua a pagare una pensione ai consiglieri, persino a quelli, come i lavoratori dipendenti, che già hanno diritto ai contributi figurativi per il periodo in cui sono in aspettativa per attività politica, o chi già versa autonomamente il contributo previdenziale alla rispettiva cassa o ente di appartenenza.
L’ufficio di presidenza del consiglio regionale, presieduto da Thomas Widmann, nell’ultima riunione dell’anno ha quantificato il costo di queste pensioni complementari a carico del bilancio regionale per l’anno 2015, che risulta pari a 1.548.972 euro, anche se poi a effettivo beneficio dei consiglieri andranno 882 mila euro perché il resto se ne va in tasse (Irpef) come stabilito dall’Agenzia delle entrate, secondo la quale anche ai consiglieri va applicato il regime fiscale che vale per tutti i lavoratori.
Per il primo periodo di applicazione della nuova norma, riferita a un pese del 2013 e all’intero 2014 il costo a carico delle casse pubbliche della pensione integrativa dei consiglieri era stato di 1,7 milioni di euro, come calcolato da una delibera dell’agosto scorso.
La norma esclude dal diritto a questa contribuzione solo i titolari di pensione diretta, come è ad esempio il presidente del consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti, che è già un pensionato.
La generosa legge regionale sulla pensione integrativa prevede che la Regione paghi i contributi ai consiglieri da un minimo del 12% a un massimo del 24,2% dell’indennità lorda, che dunque può essere di circa 2.400 euro lordi al mese, pari a un massimo di 28.459, 20 euro l’anno (vedi tabella sotto) e un minimo di 14.112 euro l’anno, ovvero quel 12% dell’indennità che è quanto riceve chi come il presidente della Provincia, Ugo Rossi, è dirigente pubblico (è dipendente di Trentino Trasporti) e dunque riceve alti contributi figurativi. Il singolo consigliere versa a sua volta ogni mese per la sua pensione integrativa l’8,8% dell’indennità lorda, ovvero 800 euro.
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Nella delibera dell’ufficio di presidenza viene ripristinato anche il versamento della contribuzione per la previdenza complementare al consigliere Giacomo Bezzi (Forza Italia) che l’estate scorsa ne aveva chiesta la sospensione in attesa della definizione della posizione fiscale personale e della comunicazione del nuovo fondo dove versare gli accrediti. Bezzi era stato tra i consiglieri che più si era lamentato per il fatto che i contributi pensionistici versati dalla Regione ai consiglieri vengono considerati reddito e tassati al 43% per la parte che supera i 5.164,57 euro l’anno, secondo il regime ordinario di tassazione, il che va a ridurre in modo significativo la cifra netta della pensione integrativa.
Le Acli hanno presentato un disegno di legge di iniziativa popolare che, tra le altre cose, chiede anche di abolire «qualsiasi forma pensionistica», compresa quella integrativa per i consiglieri. Ma tarda ad essere messo all’ordine del giorno.