Ragazzo suicida dopo perquisizione della Finanza La madre in chiesa: «Li avevo chiamati io»
L’urlo di disperazione di una madre che ha visto il proprio figlio togliersi la vita dopo avere «provato con ogni mezzo a combattere la guerra contro la dipendenza prima che fosse troppo tardi». Questo sono state le le parole di Antonella Riccardi durante i funerale del figlio sedicenne che si è lanciato dal balcone di casa durante un perquisizione della Guardia di Finanza che lo aveva trovato i possesso di 10 grammi di hascisc. Ai militari della Gdf la madre del ragazzo ha rivolto «un pensiero particolare».
«Grazie per avere ascoltato un urlo di disperazione di una madre che non poteva accettare di avere suo figlio perdersi», ha detto la donna durante le esequie alle quali hanno partecipato finanzieri in borghese. Una richiesta di aiuto che la donna ha lanciato la mattina stessa della perquisizione, secondo il racconto del comandante provinciale della Guardia di Finanza Renzo Nisi, recandosi in caserma. «Non sapeva più cosa fare. Aveva provato tante volte a cercare di convincere il ragazzo a smettere ma non sapeva più come fare», ha detto il finanziere tracciando i contorni di un dramma nel dramma che rendono ancora più tragiche le parole pronunciate dalla mamma del ragazzo davanti a circa duemila persone molte assiepate sul grosso piazzale della chiesa dedicata a Santo Stefano, sulle scale e sulla balconata laterale.
Antonella ha preso la parola al termine della cerimonia e abbracciata al padre del giovane, Marco Bianchi, si è rivolta ai ragazzi presenti: «Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che faticare a parlarsi è normale, che andare sempre oltre è normale. Qualcuno vuol soffocarvi. Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi. Invece di mandarvi faccine su whatsapp, straordinario è avere il coraggio di dire alla ragazza sei bella invece di nascondersi dietro a frasi preconfezionate». «Straordinario è chiedere aiuto proprio quando ci sembra che non ci sia via di uscita. Straordinario è avere il coraggio di dire ciò che sapete. Per mio figlio è troppo tardi ma potrebbe non esserlo per molti di voi, fatelo».
Poi rivolgendosi ai genitori ha chiesto di non nascondere i problemi magari solo per salvare la facciata, ma di parlarne e condividerli.
A dare l’ultimo saluto al giovane tantissimi ragazzi e adulti in rappresentanza dei suoi mondi: la Virtus Entella, rappresentata a tutti i livelli inclusa Sabina Croce, moglie del presidente Antonio Gozzi, dove il giovane giocava nell’Accademy; il sodalizio folcloristico degli sbandieratori di Lavagna; i compagni di scuola e coetanei. Sulla bara due magliette dell’Entella: la sua, numero 15, e quella fatta fare dalla società con il numero 6 «Sei sempre con noi». Sul sito della società chiaverese è comparso un omaggio: «la famiglia Entella da sempre condivide i momenti belli e quelli brutti. Per questo oggi l’abbraccio carico di affetto di tutti noi va a Marco, ad Antonella e alla loro famiglia. Vi vogliamo bene».