Primarie Pd, seggi chiusi: «Quasi 2 milioni al voto»
In Trentino la mozione di Matteo Renzi sfiora il 73%. Orlando raccoglie il 21,24%, Emiliano il 5,4%.
Ecco tutti i dati dello spoglio dei seggi:
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AGGIORNAMENTO: Dei 3.784 votanti alle primarie del Pd in Alto Adige, 2.797 hanno scelto la mozione Renzi, 639 quella Orlando e 264 quella Emiliano, contando i 3.700 voti validi. Secondo i risultati ufficiosi la mozione Renzi ha raggiunto dunque il 73,91%, la mozione Orlando il 16,88% e la mozione Emiliano il 6,97%.
Soddisfazione è stata espressa dal partito per l’affluenza, attraverso la segretaria, Liliana Di Fede. «Ci sono stati quasi 300 voti in più rispetto alle precedenti comunali» ha sottolineato. Quanto alla netta prevalenza della mozione Renzi, «era attesa - ha aggiunto - e personalmente ne sono soddisfatta».
IL PUNTO ALLE 22.30: Matteo Renzi torna leader del Pd, rilegittimato dopo la pesante sconfitta al referendum e le dimissioni da premier. Quasi 2 milioni di elettori, smentendo le previsioni fosche della vigilia, hanno votato alle primarie e, secondo i dati non ancora ufficiali, quasi il 75% ha scelto il bis dell’ex segretario rispetto ai rivali Andrea Orlando, intorno al 20%, e Michele Emiliano sul 5%. Una sfida dall’esito scontato, secondo molti, ma che i renziani festeggiano come la ripartenza in vista delle elezioni politiche. «Una responsabilità straordinaria», ringrazia l’ex premier.
La scissione di Bersani e D’Alema, consumatasi dopo il 4 dicembre, aveva fatto temere un crollo dei votanti ai gazebo rispetto ai 2,8 milioni delle precedenti primarie. Ed invece, soprattutto nelle città, il calo è stato contenuto e in alcuni momenti si sono create file ai seggi che hanno allungato l’orario di chiusura. Così come non sono mancate denunce e accuse incrociate tra le mozioni rivali: annullati i voti di Nardò, Gela e Cariati mentre a Napoli, dove il deputato renziano Ernesto Carbone era stato mandato come osservatore in Campania, pare evitato il caos brogli del passato.
«Smentito chi aveva già fatto il funerale delle primarie», commenta il vicesegretario Lorenzo Guerini ribattendo a Beppe Grillo ma avvisando anche chi, dentro il Pd, considera i gazebo uno strumento superato. C’è, invece, ancora chi crede nella scelta del leader attraverso le primarie: nel savonese ha addirittura votato una nonna di 102 anni. E sembrano crederci ancora anche i leader del passato: Walter Veltroni ha votato nel circolo Berlinguer a Buenos Aires, Enrico Letta, che ha votato per Orlando, a Parigi.
E Romano Prodi, facendo la sua scelta a Bologna e ricordando che alle sue primarie in 3,7 milioni andarono ai gazebo, ha auspicato che «la partecipazione non sia solo il giorno delle primarie, impegno per il dopo». E in coda per votare si è messo anche il premier Paolo Gentiloni che ha votato a Roma prima di partire per una missione in Kuwait, salvo poi congratularsi in serata con il suo predecessore per vittoria.
Ma le primarie non risolvono tutti i problemi del Pd, a partire dall’unità del partito. Solo Matteo Renzi, dopo aver votato in mattinata a Pontassieve insieme alla moglie e alla figlia, ha raggiunto in serata il Nazareno, dove ha festeggiato con i sostenitori della sua mozione. Orlando è rimasto nel suo comitato a Roma ed Emiliano ha preferito restare nella sua Bari.
Entrambi escludono nuove scissioni ma le distanze con il vincitore sono profonde, a partire dalle alleanze del Pd in vista delle prossime elezioni. «Chi ha vinto da domani deve essere il segretario di tutto il Pd», chiede Gianni Cuperlo riconoscendo il risultato.
Gli sfidanti di Renzi si preparano ora a dare battaglia dentro il partito sia nella linea politica sia nella definizione della legge elettorale. «Noi saremo sempre leali ma non obbedienti», chiarisce Francesco Boccia. E farà discutere il nodo delle alleanze. «L’intesa con Berlusconi non esiste», taglia corto Matteo Richetti alla vigilia dello sprint che il neosegretario si prepara a fare. Ma per molti legge elettorale fa rima con elezioni politiche. Fuori e dentro il Pd sospettano che ora Renzi, davanti ad una vittoria così schiacciante, metterà il piede sull’acceleratore della legislatura, magari dopo aver fatto piccoli ritocchi per rendere omogenee la legge elettorale. Uno show down ai danni di Paolo Gentiloni che sia Dario Franceschini sia Maurizio Martina, in ticket con Renzi al congresso, escludono.
«Siamo protagonisti di questo sforzo di governo», assicura Martina - e con lui Franceschini - facendo però capire che il Pd vuole avere voce in capitolo nelle scelte di governo, dal crac Alitalia alla manovra di ottobre. Ma a prescindere da quando si voterà il neoleader ha già scelto il suo principale avversario: Beppe Grillo che oggi ha accusato il Pd di «una visione anti-storica, rivolta al passato» esaltando la democrazia dei gazebo su quella dei clic. Ma è soprattutto sui social che da domani Renzi intende ripartire.
AGGIORNAMENTO: Sono stati 10.245 i votanti per le primarie del Pd alle 20 in Trentino. Nel 2013 erano stati 21 mila. In Alto Adige sono stati 3.784.
AGGIORNAMENTO: Secondo i dati di You Trend, anticipati a SkyTg24, su 15 mila voti raccolti dai seggi delle primarie, Matteo Renzi raggiunge il 75,9%, Andrea Orlando al 19,5%, e Michele Emiliano al 5%.
AGGIORNAMENTO: L’affluenza sarebbe su 1,8-1,9 milioni di persone e «dai dati che abbiamo Renzi dovrebbe stare tra il 65 ed il 70 per cento». Così il portavoce della mozione Renzi Matteo Richetti parlando di «partecipazione importante».
Comunque vada un gigantesco grazie #avanti https://t.co/QkLMqxC0aK
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 30 aprile 2017
Il Pd chiama a raccolta elettori e simpatizzanti per eleggere il suo sesto segretario e, nonostante i timori della vigilia sul flop della partecipazione, sembra aver già raggiunto il primo risultato: alle 17 avevano votato 1.493.751 cittadini con la previsione di raggiungere, o almeno sfiorare, i 2 milioni. Numeri inferiori al passato ma che fanno comunque esultare Matteo Renzi, vincitore secondo i pronostici. «Una grande festa della democrazia», esulta l’ex leader mentre i rivali Andrea Orlando e Michele Emiliano non si pronunciano in attesa dei dati finali.
Dati finali che, secondo le prime indiscrezioni, confermano attese e sondaggi: Matteo Renzi avrebbe ottenuto una consistente maggioranza, stimata da alcuni in un 65%, ma non ci sono dati ufficiali. Secondo i primi dati diffusi da You Trend per Skytg24, su circa 3 mila 400 voti Matteo Renzi sarebbe di poco superiore al 70%.
In Trentino, alle 17 erano 7.035 i votanti per le primarie, con un’affluenza che risulta il 47,2% rispetto alle primarie del 2013. Alla stessa ora quattro anni fa erano stati infatti in 14.886 a recarsi alle urne per la scelta del segretario del Partito democratico in Trentino.