Cooperazione militare, storica intesa fra i governi europei
L'effetto Macron cala sul Consiglio europeo. Nel suo primo vertice partono la difesa integrata europea, la stretta sul terrorismo e il via libera al rinnovo delle sanzioni economiche alla Russia per sei mesi da luglio «per la mancata attuazione degli accordi di Minsk».
Alla vigilia dell'anniversario del referendum sulla Brexit, nella prima parte di una giornata che si chiude con il conclave notturno a 27 per scegliere i criteri con cui spartirsi le agenzie che dovranno lasciare Londra dopo aver ascoltato Theresa May nella cena a porte chiuse, i 28 leader europei - inclusa l'inquilina di Downing Street - danno il via libera alla nascita della «Pesco» nella difesa. «Un passo storico», lo definisce Donald Tusk.
E parte un giro di vite contro il terrorismo, in due mosse: da una parte si aumenta la presa sui «foreign fighters» con nuove regole sullo scambio di informazioni nel sistema comune Sis, ma soprattutto i 28 lanciano la crociata contro la propaganda del terrore. L'appello ai big dei social media, da Twitter a Whatsapp, è fermo: l'industria del web «ha la sua responsabilità» nel dover aiutare a combattere il terrorismo e, dice Tusk a nome dei 28, deve «impedire» la diffusione dei messaggi del terrore, studiando il modo per «rimuovere automaticamente i contenuti» e adattare i sistemi crittografici end-to-end come quello di Whatsapp. Obiettivo, garantire la privacy dei cittadini ma permettere alle autorità, se necessario, di intercettare i terroristi. Se non lo fanno volontariamente, Bruxelles potrebbe deciderlo per legge Ue.
Già dai primi passi nell'Europa Building Macron dà la sensazione di esserci sempre stato. Il francese ripete una frase rara a questi vertici: «Sono contento di essere qui». Al momento della conferenza stampa finiscono anche i posti in piedi per ascoltarlo. «Desideriamo lavorare insieme, io e la cancelliera Merkel, a una roadmap sul futuro dell'euro e dell'eurozona», dice dopo dieci anni di austerity «made in Germany».
Certo, restano le solite divisioni sull'immigrazione. La riforma del regolamento di Dublino, che doveva essere fatta in questo vertice, è rimandata. La Commissione così è invitata a studiare forme alternative per la «condivisione del fardello» con Italia e Grecia. Tra le idee quella di una cooperazione fra tutti i paesi della sponda nord (quindi anche Francia e Spagna) per ricevere i migranti raccolti in acque internazionali. Gentiloni (in foto con Juncker) ha richiamato tutti alle proprie responsabilità.