Vitalizi, scontro Pd-M5S sul no all'iter di urgenza
Alta tensione Pd-M5s sul fronte dei vitalizi al Senato.
L'Aula del Senato dice no, a larga maggioranza, alla deliberazione di urgenza al Ddl. La proposta arrivata da M5s è stata dunque bocciata. "Perché presentare a poche ore dalla sospensione dei lavori una deliberazione di urgenza? - ha chiesto in Aula tra le proteste M5s il capogruppo Dem Luigi Zanda - Perché ritardare il dibattito sul Ddl Concorrenza?".
"Con la richiesta di urgenza - aggiunge Zanda - i senatori del Movimento 5 stelle vogliono apparire all'opinione pubblica italiana come i campioni dell'antipolitica, dell'antipartitismo, come i rappresentanti dell'antisistema". Ancora proteste si levano dai banchi dei pentastellati che non accettano le parole del senatore dem. "Smettiamo di chiamare vitalizi ciò che il Parlamento ha trasformato in pensioni" è ancora l'invito del capogruppo Pd.
"Veramente non si accorgono che stanno usando dei metodi da regime... non se ne accorgono", dice in Aula Zanda rivolgendosi ai senatori M5s che lo interrompono continuamente durante il suo intervento sulla deliberazione di urgenza per il Ddl sull'abolizione dei vitalizi. A conclusione del senatore Zanda dai banchi del Movimento cinque stelle si leva il grido: "Buffoni, buffoni". Il presidente Grasso è costretto ad alzare la voce per riportare l'ordine in Aula.
"Mettiamoci ben d'accordo sui principi e sui modi che dovranno regolare la nostra discussione sulle pensioni dei parlamentari, cominciando proprio dal fatto che dobbiamo cessare di chiamare vitalizi quel che dal 2012 è stato trasformato dal Parlamento in un regolare sistema pensionistico contributivo".
"Le senatrici e i senatori del Pd - prosegue - vogliono esaminare con rispetto e attenzione un provvedimento così rilevante che ci arriva dalla Camera a nostra prima firma e certo non dai 5 stelle. Il Senato non deve dilungare inutilmente la discussione e non lo farà, ma non deve troncarla artificialmente. Vogliamo esaminare anche questo provvedimento con lo scrupolo necessario, studiandone il contenuto e gli effetti, valutandone l'impatto sul sistema parlamentare e i risvolti di costituzionalità, che non sono certamente aspetti secondari e che la Commissione dovrà valutare con la necessaria attenzione".
"Il ddl sulle pensioni dei parlamentari - conclude il capogruppo dem - farà in Senato il suo corso regolare, rigorosamente senza alcun rallentamento e senza nessun trucco né per intralciarne la trattazione, né per modificarne il cammino. I senatori del Pd hanno un'unica richiesta da fare su questo provvedimento: che venga esaminato con serietà, con scrupolo e senza demagogia. E che la discussione democratica del Senato sia pure vivace, ma resti sempre all'interno di quel comportamento civile che è l'unico modo conosciuto per costruire dei buoni provvedimenti".
"Il vitalizio non vogliono perderlo" e organizzano un clamoroso voltafaccia al Senato. "La legge può essere discussa e approvata subito. Oggi i cittadini sapranno esattamente chi ha votato per tenersi il vitalizio il più a lungo possibile. Il Pd ha già detto che seguirà questa linea perché insieme a FI e Mdp hanno già pronto il trucco per affossare la legge. Vogliono rallentare la discussione che avverrà così solo in autunno e poi approvare modifiche per farla nuovamente tornare alla Camera, quando non ci sarà più il tempo di approvarla", scrive il M5S in un post sul blog di Beppe Grillo - pubblicato poco prima che Palazzo Madama bocciasse la richiesta pentastellata - dal titolo "Il Pd perde il pelo ma non il vitalizio".
"Non la passeranno liscia. Il Pd ha l'enorme responsabilità di aver illuso i cittadini che per una volta avrebbero votato un provvedimento giusto dopo migliaia di voti vergogna. Faremo nomi e cognomi di chi saboterà il provvedimento e salvare i vitalizi perché gli italiani devono sapere con chi hanno a che fare".