Papa: «Poste italiane, non chiudete. E sorridete»
Da una parte, non abbandonare «la capillarità e l’universalità» del servizio sul territorio. Dall’altra, riservare «un sorriso» a chiunque si presenti allo sportello. Sono le due richieste, l’una ai vertici aziendali, l’altra ai dipendenti, che papa Francesco ha rivolto oggi durante l’udienza ai dirigenti e al personale di Poste Italiane, guidati nella Sala Clementina dalla presidente Bianca Maria Farina e dall’amministratore delegato Matteo Del Fante.
«Nel difficile equilibrio tra contenimento dei costi e competitività - ha detto il Pontefice -, abbiate sempre cura che l’attenzione al bilancio non vada a scapito della qualità del lavoro, nè comprometta quel principio di universalità nell’offerta dei servizi, realizzata attraverso la presenza capillare di Uffici postali e sportelli su tutto il territorio nazionale». Per Francesco, «la vicinanza alle persone che essi assicurano va mantenuta con tutte le energie necessarie, perchè garantisce a tanti, in particolare ai più deboli, un punto di riferimento per le loro esigenze, e come un presidio di difesa».
E al personale: «Esorto tutti voi, che ogni giorno siete in rapporto con il pubblico e cercate di rispondere alle sue esigenze, a mantenere questo atteggiamento di disponibilità e benevolenza verso chi si rivolge a voi». Secondo Francesco, «è importante, quando si va a uno sportello o a un ufficio, incontrare persone che svolgono il loro lavoro bene, che non sbuffano o danno l’impressione di considerarti un peso, o fanno finta di non vederti». D’altra parte, «i clienti devono essere attenti a non avere - come purtroppo accade! - un atteggiamento di pretesa o di lamentela, caso mai scaricando sugli impiegati le proprie frustrazioni o per tutti i mali della società!».
«Come è difficile, ma anche quanto è importante - ha osservato Bergoglio -, che nelle mille relazioni quotidiane tra colleghi e con i cittadini, si conservi uno stile di ascolto, di disponibilità e di rispetto! E questo costa fatica, non è facile». «Per riuscirci è indispensabile allenare sè stessi ogni giorno, educandosi ad agire con misericordia anche nei piccoli gesti e nei pensieri», ha aggiunto. «Un sorriso, un sorriso! Viene la vecchietta che è un po’ sorda, e tu le spieghi ma non sente; E fai il sorriso, invece di “uff”... Il sorriso è sempre un ponte, ma è un ponte dei “grandi”, perchè il sorriso va da cuore a cuore. Non dimenticate il sorriso!», ha esortato «a braccio», applaudito dai circa 400 presenti. Per il Papa, «chi si comporta così diventa contagioso, perchè il sorriso è contagioso, e la pace che semina non manca di produrre frutto».
Il resto del discorso è stato un ampio elenco di lodi per Poste Italiane, di cui Francesco ha rilevato positivamente, tra l’altro, l’aver compiuto l’opera di «ristrutturazione e rinnovamento» restando fedele alla «vocazione originaria, di essere a servizio dei cittadini», e «pur seguendo una logica di mercato», l’aver saputo porre «al centro non il profitto ma le persone». Una «cura della persona» che si manifesta «non solo nell’attenzione per i clienti, ma per gli stessi dipendenti», come si vede nella «cura particolare per le lavoratrici e le famiglie».