Una folla ad ascoltare Matteo Salvini a Pergine Nel mirino fisco, migranti e Fornero
Tensione alle stelle ieri sera per l’arrivo di Matteo Salvini. In Corso Rosmini, a Rovereto, polizia e manifestanti sono arrivati allo scontro. Fuori dall’Urban Center, dove il candidato premier della Lega nord ha tenuto il suo comizio elettorale, una cinquantina di giovani contestatori, tra cui black bloc e anarchici, ha dato il via alla protesta con megafoni e frasi contro Salvini e il suo partito. Di fronte, in tenuta antisommossa, una ventina di poliziotti e due camionette, pronti a caricare qualora la situazione fosse precipitata.
E così è stato. In un attimo, verso le 21.15, mentre Salvini si accingeva ad incontrare la sua platea entrando all’Urban Center da una via secondaria (probabilmente da via Garibaldi), i due fronti sono entrati in contatto. Sono volate manganellate, fumogeni, bottiglie e petardi. Pochi e concitati attimi di violenza, che hanno trasformato il viale principale di Rovereto in un terreno di battaglia. Che la situazione fosse tesa si era già capito prima, verso le 20, quando i primi manifestanti si era ritrovati nel piazzale dell’Urban Center, a metà Corso Rosmini, muniti di caschi e striscioni. «Con tutti gli immigrati solidarietà, fuori la Lega dalle città», «La bomba sociale siete voi», «Ora e sempre Resistenza», questi gli slogan rivolti contro gli esponenti del Carroccio. Sulle vetrate di un negozio la scritta con lo spray - «Vendetta Macerata, Terrorismo Fascista», in riferimento ai recenti fatti di attualità, mentre poco distante una bandiera con il simbolo della Padania finisce a terra, strappata dalle mani di un simpatizzante che passava di lì.
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Intanto, all’interno dell’Urban Center, Matteo Salvini veniva accolto dal suo popolo. Numerosissimo. «La parte per bene di Rovereto è qui dentro - ha esordito il leader della Lega - . Dispiace molto vedere che nella Città della Pace si debbano schivare sassi e bastoni lanciati da quattro figli di papà. Se andremo al governo, come auspico, riporteremo un po’ ordine e chiuderemo i centri sociali». Accanto a lui la candidata alla Camera Vanessa Cattoi, oltre ai rappresentanti lagarini della Lega nord, dalla presidente del consiglio comunale Mara Dalzocchio al segretario cittadino Maurizio Battisti, dal sindaco di Avio Federico Secchi al consigliere di Agire per il Trentino Claudio Cia. «Non ce l’aspettavamo. E’ davvero imbarazzante, credevo che a Rovereto la situazione non fosse così agitata», commenta l’altro candidato leghista Maurizio Fugatti, riferendosi a quanto stava accadendo fuori. Le forze dell’ordine, in effetti, ieri sera hanno avuto un bel da fare a tenere sotto controllo i vari punti d’accesso alla sala.
Anche perché il corteo di protesta non si è dato facilmente per vinto. Anzi ha cercato di aggirare il posto di blocco, dirigendosi verso via Paoli, via Paganini e via Rebora per ritornare sul corso e sbucare alle spalle della polizia. Poi più niente, si è dissolto nella notte. Solo al termine dell’incontro del «Prima gli italiani tour», il leader della Lega è potuto uscire e vedere di persona cosa fosse successo, stringendo la mano a tutti gli agenti presenti. «Volevano far proprio del male», sbotta Salvini, raccogliendo da terra un sasso, che si è messo poi in tasca.
La situazione è al momento sotto controllo. In questi minuti il leader del Carroccio sta parlando all'interno dell'Urban Center.
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Accolto da una folta pattuglia di esponenti leghisti, guidata da Maurizio Fugatti (si è rivisto anche «Cionfoli» Savoi), Matteo Salvini, leader della Lega, è arrivato stasera a Pergine, dove ad attenderlo c’era la sala pienissima dell’Auditorium don Milani (fotoservizio di Paolo Pedrotti).
Non mancavano altri esponenti del centrodestra trentino, da Claudio Cia a Giacomo Bezzi a Walter Kaswalder.
Il leader della Lega, che punta esplicitamente a diventare il prossimo presidente del Consiglio, ha in programma per oggi due appuntamenti elettorali. Dopo quello di Pergine, farà tappa a Rovereto.
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— Luisa Maria Patruno (@patrunoladige) February 11, 2018
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