D'Alema ko, Bonino ok Top e flop dei big alle urne
Quasi la metà dei ministri del governo Gentiloni ha perso
Batosta per il ministro dell’Interno uscente, Marco Minniti, che perde a Pesaro contro Andrea Cecconi, al centro dello scandalo «rimborsopoli» del Movimento 5 Stelle. Eletta con il 41,23% dei consensi la sottosegretaria Elena Boschi blindata nel collegio sicuro di Bolzano. I risultati dei «big» della politica riservano esiti scontati, ma anche sorprese in questa tornata elettorale.
Quasi la metà dei ministri del governo Gentiloni ha perso la sfida nel proprio collegio.
Dario Franceschini è stato sconfitto nella sua Ferrara, il ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti, candidato a Sassuolo, è arrivato solo terzo e la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, è stata superata a Pisa nel testa a testa con la candidata leghista Rosellina Sbrana.
Terza, nel collegio di Genova, anche la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, che però sarà in Parlamento in quanto capolista nel proporzionale in Piemonte.
Hanno, invece, conquistato il seggio alla Camera nella sfida uninominale Beatrice Lorenzin a Modena e Graziano Delrio a Reggio Emilia. Vittoria nel collegio uninominale 12-Siena, con il 36,17% dei voti, anche per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. E rieletto il ministro della Giustizia Andrea Orlando che passa in Emilia dove è capolista alla Camera nel collegio Parma-Piacenza-Reggio.
Ottima la performance del ministro dello Sport, Luca Lotti, che secondo fonti Dem, risulta essere l’esponente del Pd che ha preso più voti (in numeri assoluti, non in percentuali) nel suo collegio: ha incassato 64.252 voti, pari al 40,49% (il Pd si è fermato al 36,80%).
Ministri a parte, le politiche 2018 fanno registrare la debacle di tre esponenti vip di Leu: Massimo D’Alema, candidato al Senato, ultimo nel suo collegio storico salentino, a Nardò; Piero Grasso, leader di Liberi e Uguali ed ex procuratore capo di Palermo e della Dna, nel collegio senatoriale 1 di Palermo dove è arrivato soltanto quarto (un altro ex magistrato, Antonio Ingroia, candidatosi con la lista del Popolo per la Costituzione, ha riportato sempre in Sicilia lo 0,10% alla Camera e lo 0,8% al Senato); e Laura Boldrini, che ha avuto analogo piazzamento nel collegio uninominale della Camera a Milano.
Brillante risultato, al contrario, per Emma Bonino che è riuscita a calamitare il 38,91% di preferenze ottenendo, grazie al meccanismo dell’uninominale, un seggio in Senato, sebbene la Lista +Europa non sia riuscita a superare la soglia del 3%.
Premiato dalle urne il premier uscente, Paolo Gentiloni, che nella corsa nel collegio uninominale di Roma 1 ha staccato di parecchio i candidati degli altri schieramenti.
Tra i «debuttanti» della politica flop per la giornalista e scrittrice Francesca Barra in Basilicata, regione da sempre generosa di successi per il centrosinistra: ha raccolto solo il 18 per cento dei voti. Non ce l’ha fatta neppure Lucia Annibali, l’avvocatessa sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato, che a Parma si è fermata al 30,37% contro il 35,13 della candidata del centro-destra Laura Cavandoli.
Tra i vip prestati dallo sport niente da fare in Campania per il presidente della Lazio Claudio Lotito mentre strada spianata verso il Senato per Adriano Galliani, l’ex amministratore delegato del Milan.
Defaillance persino tra i trionfatori di queste elezioni: salta l’elezione al Senato, nelle fila dei Cinque stelle, per il comandante Gregorio De Falco, che la notte del 13 gennaio 2012 intimò in modo colorito a Francesco Schettino di risalire sulla Costa Concordia. Sotto la voce «insuccessi» finisce pure la Iena Dino Giarrusso, candidato per M5S all’uninominale a Roma.