Renzi: lascio la guida del Pd Ora un nuovo congresso
«Abbiamo ammesso che si tratta di una sconfitta netta, bisogna aprire una pagina nuova». Lo ha detto il leader del Pd Matteo Renzi, nel corso di una conferenza stampa al Nazareno, annunciando che lascerà la guida del Pd.
Il partito, ha detto, dovrà ora fare un nuovo congresso, con le primarie per eleggere il nuovo segretario.
«In questa campagna elettorale siamo stati fin troppo tecnici, come se non avessimo mostrato l’anima delle cose che abbiamo fatto».
«È ovvio che io lasci la guida del Pd. Chiedo al presidente di aprire l’assemblea e la fase congressuale al termine della fase di insediamento del Parlamento e di formazione del governo».
«Noi abbiamo compiuto errori: il principale è stato non capire che è stato un errore non votare in una delle due finestre del 2017 in cui si sarebbe potuta imporre una campagna sull’agenda europea».
«Oggi la situazione politica è che chi ha vinto politicamente le elezioni non ha i numeri per governare, e chi è intellettualmente onesto dovrebbe riconoscere che questo problema nasce dalla vicenda referendaria. Paradossalmente si è molto discusso di personalizzazione ma non di come oggi» quelli che contestavano la riforma costituzionale «sono vittime per prime esse stesse dei loro marchingegni e della loro scelta di contestare».
«Abbiamo detto no a un governo con gli estremisti. Non abbiamo cambiato idea in 48 ore. Noi la campagna elettorale la prendiamo sul serio. Siamo distanti da Salvini e Di Maio, dal loro antieuropeismo, dalla loro antipolitica, e dal linguaggio dell’odio usato dai loro partiti nei confronti dei nostri militanti. Facciano il governo senza di noi. Il nostro posto in questa legislatura è stare all’opposizione, lì ci hanno chiesto di stare i cittadini italiani e lì staremo. Non faremo la stampella di un governo anti sistema».
L’assemblea nazionale del Pd sarà convocata «al termine della fase di insediamento del nuovo Parlamento e della formazione del governo». Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi al Nazareno, che dice no «a un reggente scelto da un caminetto, sì a un segretario scelto dalle primarie. Lo dico con grande rispetto e amicizia ai miei amici dirigenti del Pd».
«Non c’è nessuna fuga. Terminata la fase dell’insediamento del Parlamento e della formazione del governo, io farò un lavoro che mi affascina: il senatore semplice, il senatore di Firenze, Scandicci, Insigna e Impruneta».