L'Upt dice basta e si ribella «Dellai, adesso smettila»
E l'Upt ora dice basta e si ribella. Ancora una volta Lorenzo Dellai si muove da solo annunciando di non volersi fare da parte riprendendo già l'iniziativa politica - a pochi giorni dalla sconfitta - e i colleghi di partito insorgono.
Ieri i consiglieri provinciali dell'Unione per il Trentino avevano un diavolo per capello, inviperiti, tutti, compresi i più vicino a Dellai, come il giudicariese Mario Tonina.
L'intervista con cui Dellai ha confermato la volontà di tornare sul territorio, per capire le ragioni della sua bocciatura e di tutti i candidati del centrosinistra autonomista, per poi riorganizzare un'offensiva per tornare a vincere all'appuntamento elettorale di ottobre per le Provinciali, non è piaciuta per nulla nell'Upt, sia nel metodo che nei contenuti.
«Ho ricevuto un sacco di messaggi questa mattina - commenta Tonina - di nostri iscritti che protestavano perché Dellai invece di prendere atto della bocciatura, vuole essere ancora protagonista. E soprattutto sceglie di dire quello che ha da dire sui giornali, invece di condividere con il partito cosa fare ora. Non è tanto la decisione di tornare sul collegio per sentire le persone, ma c'è il fatto che la settimana prossima sono convocati il coordinamento e il parlamentino dell'Upt e quella era la sede per confrontarci e parlare di tutto».
Per il capogruppo provinciale Gianpiero Passamani la mossa di Dellai è ancora più incomprensibile: «Non può non rendersi conto che è arrivato il momento di passare la mano ad altri, se vogliamo provare a risollevare e rilanciare il partito. Io ho chiesto le dimissioni al segretario Tiziano Mellarini, che ha perso le elezioni anche lui, e mi pare che il segretario si sia reso conto che servono volti nuovi e abbia condiviso la necessità di un cambiamento. Per questo ci ha stupito che Dellai prima ancora delle riunione degli organi di partito previste per la settimana prossima abbia deciso di intervenire pubblicamente per dire che lui c'è anche in vista delle elezioni provinciali».
Proprio ieri, il segretario Mellarini aveva detto di essere pronto a lasciare ad altri e a dare una mano in altre forme confermando che non intende candidarsi alle elezioni provinciali. Mentre nessuno sa se un Dellai che non si rassegna possa alla fine decidere di ricandidarsi alle elezioni provinciali di ottobre.
Il problema di fondo, poi, è che l'Upt, che alle politiche aveva aderito al progetto nazionale della Civica popolare con Lorenzin, ha visto ridurre il suo consenso da quasi il 20% del 2013 a poco più del 2%.
E ora l'Unione per il trentino deve decidere come e con chi provare a risalire la china.
L'ex senatore Vittorio Fravezzi, fatto fuori da Mellarini prima ancora del voto, commenta: «Chi ha avuto tutte le responsabilità politiche delle scelte dell'Upt si assuma le proprie responsabilità poi si deve provare a ricostruire il centrosinistra, ma lo schema Pd, Upt e Patt così non funziona».