Arrivano i tornelli contro l'invasione dei visitatori
Una coda ininterrotta di persone che lentamente supera ponti, affonda nelle calli, deborda sulle rive trascinando valige, sorrisi e meraviglia. Così è apparsa per tutto il giorno di ieri Venezia dal Ponte di Calatrava, uno dei due punti del centro storico nei quali - l'altro e davanti la Chiesa degli Scalzi -, il Comune ha posto per la prima volta dei «paletti» per contenere l'assalto dei turisti. Nel ponte da «bollino nero» del primo maggio la città ha sperimentato il proprio «Mose terrestre»: due tornelli, o varchi metallici, presidiati dalla Polizia municipale, che saranno chiusi in caso di necessità per evitare che il centro storico soffochi, schiacciato da troppi visitatori. Ieri però questo non è successo e i varchi sono sempre rimasti aperti.
I più arrabbiati per la novità, paradossalmente, sono proprio i commercianti, nonostante per loro l'accesso sia libero come sempre. Mentre i residenti non si schierano apertamente, e vogliono capire come finirà l'esperimento. «Sono contrario - dice il commesso del negozio di vetri Gibigiana, a pochi passi da uno dei tornelli - mi sembra una assurdità limitare gli ospiti per una città come Venezia». Della stessa idea una turista appena scesa alla Stazione Marittima da una nave di Msc Crociere: «dovremmo essere accolti - afferma - e non fermati».
C'è pure chi, come l'ottico a fianco di Campo San Geremia, se la prende con il Comune, accusandolo di scarsa informazione. «In questa città c'è tanta confusione e poche notizie, poi improvvisamente compare qualcosa di strano, come questi tornelli - attacca - Spero di guadagnare abbastanza per scappare presto da Venezia». Dopo gli appelli del passato al numero chiuso e il conta-persone sperimentato nei giorni del Carnevale, il debutto dei varchi rende il sindaco Luigi Brugnaro particolarmente soddisfatto. «È il primo tentativo nella storia di Venezia di regolamentare i flussi - rileva - Chiaramente faremo un sacco di errori, avremo un sacco di critiche, se saranno costruttive le faremo nostre e miglioreremo, per adesso però sta funzionando tutto». Agire, dunque, e non limitarsi più a parlare, come avvenuto troppe volte sino ad ora. «I veneziani hanno diritto di avere una città sempre più vivibile, in tanti anni non si è fatto niente - sottolinea Brugnaro - hanno parlato solo alcuni professoroni, che quando vengono in Comune vogliono solo i soldi».