Nido con 15 anni di residenza Bocciata la legge del Veneto
«Prendiamo atto con rispetto della sentenza della Consulta, però nella nostra legge non vedo nulla di oltraggioso, ma contenuti di buon senso. Mi dispiace che, troppo spesso, quando si fa qualcosa per la gente che risiede nei territori scatti, quasi in automatico, un’ingiusta accusa di razzismo, perchè così non è». Lo afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, commentando la sentenza della Consulta che ha bocciato il requisito della residenza protratta per 15 anni come titolo precedenza per gli asili nido.
Zaia porta un esempio a sostegno della sua tesi: «mettiamo che ci si trovi in una situazione di posti in esaurimento in un asilo, una sorta di overbooking - argomenta il governatore - A parità di reddito Isee, e quindi di fronte a una uguale situazione di difficoltà cosa è più equo fare? Scegliere un residente da anni o uno appena arrivato?».
«Secondo la Consulta - aggiunge il presidente del Veneto - la nostra legge contrasterebbe con il principio di uguaglianza. Ma allora pongo una questione: la residenza è un elemento concreto, e a nostro parere equo, per poter fare una scelta giusta, anche per tutti gli immigrati regolari, esclusivamente se non c’è posto per tutti. Ci troviamo in una regione dove, oltre ai veneti, sono ospitati e perfettamente integrati oltre 500 mila immigrati e ormai abbiamo a che fare con i figli dei figli di coloro che sono arrivati negli anni».
Si tratta, spiega Zaia, «di cittadini a tutti gli effetti, nuovi veneti, che si sono sforzati di integrarsi sul territorio, hanno investito risorse umane ed economiche, pagano le tasse. I diritti di queste migliaia e migliaia di persone, al pari di tutti i veneti, non sono un problema? Non devono essere una priorità?».
«Ne prendo atto - conclude - ma siamo di fronte a una ghettizzazione al contrario, dove l’ultimo arrivato può superare la fila senza colpo ferire. Ipotesi che non esito a definire come profondamente ingiusta».